Milano. Buona educazione sui social network: 30mila studenti a lezione
Da sinistra: Rosy Russo, Paolo Ruffini e il ministro Valeria Fedeli
Siccome le «parole sono importanti» vanno «scelte con cura», anche (e soprattutto) quando si sta sui social network. Su questo hanno ragionato, questa mattina, oltre trentamila studenti delle scuole superiori, che hanno partecipato all'evento di lancio del Manifesto della comunicazione non ostile, un'idea di Rosy Russo realizzata con il contributo della community di Parole O_Stili, dell'Università Cattolica e del Rapporto Giovani dell'Istituto Toniolo. Ne è venuto fuori un Decalogo su cui si sono confrontati gli studenti presenti all'Unicredit Pavillon di Milano e quelli in collegamento da Trieste, Cagliari e Matera, oltre che dalle scuole che hanno partecipato in diretta streaming.
Il Manifesto
Sollecitati dall'attore Paolo Ruffini, i ragazzi sono stati chiamati a confrontarsi con i propri comportamenti online, a partire dalle dieci “regole” del Manifesto: 1. Virtuale è reale: dico o scrivo in rete solo cose che ho il coraggio di dire di persona. 2. Si è ciò che si comunica: le parole che scelgo raccontano la persona che sono: mi rappresentano. 3. Le parole danno forma al pensiero: mi prendo tutto il tempo necessario a esprimere al meglio ciò che penso. 4. Prima di parlare bisogna ascoltare: nessuno ha sempre ragione, neanche io. Ascolto con onestà e apertura. 5. Le parole sono un ponte. Scelgo le parole per comprendere, farmi capire, avvicinarmi agli altri. 6. Le parole hanno conseguenze: so che ogni mia parola può avere conseguenze, piccole o grandi. 7. Condividere è una responsabilità: condivido testi e immagini solo dopo averli letti, valutati e compresi. 8. Le idee si possono discutere. Le persone si devono rispettare: non trasformo chi sostiene opinioni che non condivido in un nemico da annientare. 9. Gli insulti non sono argomenti: non accetto insulti e aggressività, nemmeno a favore della mia tesi. 10. Anche il silenzio comunica: quando la scelta migliore è tacere, taccio.
Giovani, primi testimonial
«Ci siamo rivolti al mondo della scuola - ha detto Rosy Russo, ideatrice di Parole O_Stili - perché vogliamo chiedere ai giovani di diventare testimonial di un nuovo modo di stare in rete. A loro lancio un appello: immaginatevi il Manifesto della comunicazione non ostile come una canzone; l'abbiamo scritta a più di 100 mani, ora vogliamo che ciascuno di voi la interpreti. Quanto più la canterete, tanto più diventerà vostra».
La responsabilità degli adulti
Non soltanto le nuove generazioni sono chiamate a imparare e a praticare la buona educazione digitale. Anche gli adulti devono ri-calibrare comportamenti e linguaggio (anche social), come ha sottolineato il ministro dell'Istruzione, Valeria Fedeli, che ha inviato una circolare a tutte le scuole, invitandole ad aderire al progetto. «Questo Manifesto - ha dichiarato - lo devono leggere e studiare anche gli adulti. Quello che si sta facendo nelle scuole contro il cyberbullismo - ha aggiunto a margine dell'incontro milanese - è un lavoro capillare ma allo stesso tempo penso sia indispensabile che anche gli adulti siano consapevoli altrimenti i ragazzi vivranno a scuola una realtà e a casa un'altra».