L'esperienza. Educare alla pace per combattere la dispersione scolastica
Da destra: il ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara e il presidente dell'Associazione Rondine, Franco Vaccari
Creare un ambiente scolastico accogliente, che favorisca le relazioni e l’apprendimento e contrasti la dispersione e l’abbandono. È l’obiettivo del metodo Rondine, promosso da Rondine Cittadella della Pace di Arezzo che, grazie a un Protocollo d’intesa con il Ministero dell’Istruzione e del Merito, ha l’ambizione di raggiungere le scuole di tutta Italia. Per il momento, la Sezione Rondine - avviata nel 2021 grazie alla collaborazione con le scuole della provincia di Arezzo e dell’Ufficio scolastico provinciale e regionale - è presente in 37 classi di 25 scuole in 15 regioni. Sono più di 500, inoltre, gli insegnanti formati al Metodo Rondine.
«Nel corso degli anni – ha sottolineato il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara – il Metodo Rondine si è rivelato utile ed efficace nella costruzione di un dialogo costruttivo tra docente e studente, per la serenità dell’ambiente scolastico, nel contrasto al bullismo e nella creazione di un ambiente accogliente che favorisca l’apprendimento».
A Rondine Cittadella della Pace, ogni anno sono formati giovani provenienti da Paesi in guerra o in situazione post-belliche che accettano di convivere con il “nemico” per superare le ragioni dell’odio e tornare nei propri Paesi come leader di pace. Finora sono stati formati più di 300 giovani e, dal 2016, il percorso è stato promosso tra gli adolescenti italiani, attraverso il progetto Quarto Anno Rondine, riconosciuto dal Ministero come percorso di sperimentazione per l’innovazione metodologico-didattica.
«La firma del protocollo con il Mim – ha sottolineato Franco Vaccari, presidente dell’associazione Rondine – è un passo avanti nella sperimentazione e attuazione del Metodo Rondine, un metodo certificato e validato ogni anno, nelle scuole italiane, lì dove è necessario favorire habitat relazionali per generare un clima capace di disincentivare la dispersione e l’abbandono, individuando nella scuola il luogo prediletto alla costruzione di relazioni di fiducia che portino lo studente a un personale percorso di crescita».
Dialogo, inclusione e convivenza pacifica, oltre alla promozione della cittadinanza attiva e digitale sono, allora, i valori di base del progetto che, si legge in una nota congiunta, vuole «potenziare la dimensione della formazione come condizione irrinunciabile e affermare una visione condivisa della persona e della famiglia umana verso una cultura del dialogo e della pace».
Le scuole superiori che vorranno attivare la Sezione Rondine, potranno decidere di dedicare a questo progetto un triennio o un quinquennio sperimentali, «al fine di proporre un’offerta educativa e formativa centrata sul Metodo Rondine per la trasformazione creativa dei conflitti».
Come spiegato dai firmatari del Protocollo d’intesa - sottoscritto alla presenza anche di Alberto Belli Paci, figlio della senatrice a vita Liliana Segre, che proprio a Rondine ha rilasciato nel 2020 la sua ultima testimonianza pubblica – «le parole chiave di Sezione Rondine sono: relazione, conflitto e gruppo classe. La relazione vissuta, scambiata e rigenerata costantemente tra docente e alunno, dove il conflitto non è visto come una minaccia ma come condizione ordinaria e risorsa potenziale per una maggiore coesione del gruppo classe, il quale così diventa un laboratorio sull’umano accedendo a ogni tipologia di dinamica relazionale».
Colonne portanti della sperimentazione del Metodo Rondine sono i docenti e i tutor. Le Sezioni Rondine sono, infatti, «il frutto di un lavoro di co-progettazione dei docenti che, tenendo conto dell’identità dell’istituto scolastico e dei bisogni specifici del territorio, definisce un percorso scolastico/educativo che permetterà a ogni studente di abitare i conflitti in maniera generativa e positiva, con attenzione alla specificità del contesto, anche attraverso l’operato del tutor di classe». Dimensione individuale e collettiva sono, infine, tenute insieme da autonomia e rispetto, libertà e responsabilità. Per un nuova comunità educante che rimetta al centro la scuola.