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Ecoturismo. Nei boschi del Trentino a spiare i cervi di notte con l'infrarosso

Luca Liverani lunedì 9 luglio 2018

(foto Nicola Angeli)

Il silenzio del bosco è rotto all’improvviso da un suono potente, ancestrale, emozionante. E’ il bramito del cervo, che quando comincia la stagione della riproduzione entra in competizione con gli altri maschi. Chi bramisce meglio, con una voce più forte e più profonda, riuscirà ad allontanare i rivali e ad attirare le femmine. Un’esperienza affascinante, non più riservata a pochi esperti naturalisti, ma aperta ai semplici escursionisti, famiglie comprese. C'è chi azzarda un neologismo, deer-watching, ricalcando il diffuso bird-watching degli appassionati di ornitologia. E’ un nuovo modo di conoscere la montagna. Avviato lo scorso autunno in Trentino, sta raccogliendo consensi tra chi preferisce evitare l'alta stagione e si ritaglia un week end a fine estate.

Due le tipologie di escursioni. Una diurna, più classica e prevista anche nei mesi estivi, che prevede l'uscita all’alba e rientro nel pomeriggio. Prevede avvistamenti, oltre che di cervi, anche di caprioli. E in cielo, di aquile reali, poiane e con un po' di fortuna, nella Val di Pejo del Parco dello Stelvio, del grande e rarissimo gipeto, il cosiddetto "avvoltoio degli agnelli" (che in realtà non ha mai disturbato gli ovini perché si nutre di ossa), quasi tre metri di apertura alare e i caratteristici baffi neri sul becco.

Più suggestiva senza dubbio quella in notturna, a portata di gamba anche per chi non è un provetto montanaro. L’esperienza proposta negli incontaminati boschi del Trentino – il parco naturale Adamello-Brenta, il parco naturale Paneveggio-Pale di San Martino e il Parco nazionale dello Stelvio, condiviso con l’Alto Adige e la Lombardia ­– si svolge tra metà settembre e metà ottobre e ha l'obiettivo di ascoltare i grandi ungulati bramire nel buio le loro "serenate d'amore". Senza privarsi però dell’emozione di osservarli con discrezione, anche nel buio totale del bosco. Le guide accompagnatrici infatti sono attrezzate con termo-camere che, grazie alla tecnologia a infrarossi, percepiscono il calore emesso dai cervi trasformandolo in immagini. L'escursione comincia a ora di cena, con un momento conviviale in una malga: tra un piatto di speck e uno di canederli le guide illustrano agli escursionisti vita e abitudini del più grande erbivoro dei boschi alpini. Durante l'escursione infatti la consegna del silenzio permette solo comunicazioni essenziali. La strumentazione permette di scrutare nel buio più completo la vita del bosco che si risveglia nel profondo della notte. Il maestoso cervo, ma anche l'agile capriolo, assieme a volpi e mustelidi, come il tasso o la faina.

Spiega Gabriele Canella, accompagnatore del Parco dello Stelvio: «Si esce verso le 21 e la passeggiata finisce prima di mezzanotte. Ma gli orari sono elastici, se facciamo un avvistamento particolarmente bello, gli escursionisti difficilmente hanno fretta di tornare. Dall'anno scorso abbiamo introdotto sperimentalmente l'uso della termo-camera che ci permette di avvicinarci al buio e di osservare senza disturbarli, studiando tutti i comportamenti rituali della stagione degli amori. Stiamo anche allestendo delle torrette in legno, capanni di osservazioni sollevati per avvistamenti nei boschi. Altane in legno, costruite nelle cosiddette "aree bramito", zone di particolare rispetto dove anche chi vive in zona è stato coinvolto e sa che non deve uscire dai sentieri, per far sì che i cervi siano tranquilli e non si allontanino. E possano lanciare i loro potenti bramiti in tutta tranquillità».

Il “canto” del cervo è da sempre noto agli zoologi e alla gente di montagna. Il naturalista trentino Guido Castelli, all’inizio del secolo scorso scriveva che «quando il cervo è innamorato grida, mugghia, tuona, sibila». Quattro verbi per descrivere uno dei suoni naturali più emozionanti che si possano ascoltare in natura, un richiamo selvatico misterioso e indimenticabile. Per informazioni e prenotazioni è disponibile il sito https://www.ambientetrentino.it/