I batteri che sconfiggono i parassiti. I batteri arrulati come "soldati" per la
guerra ai parassiti. È il senso delle principali scoperte di
William Campbell e Satoshi Omura, premiati oggi con il Nobel
per la medicina. Omura, 80 anni,
nato in Giappone, ha studiato un gruppo
di batteri, gli Streptomiceti, che vivono sotto terra in
Giappone e producono una serie di agenti chimici con attività
antibatteriche. Omura ha messo in piedi un inedito, eccezionale
metodo per coltivare su larga scala e caratterizzare questi
batteri: dopo migliaia di differenti colture, è riuscito a
sintetizzare 50 batteri più promettenti, e da questi uno solo,
da cui ha estratto, insieme a un team di lavoro della Merck di
cui faceva parte anche William Campbell, il principio attivo
dell'Avermectin. Un antibiotico usato oggi da 300 milioni di
persone ogni anno, una delle più importanti svolte
farmacologiche per i paesi in via di sviluppo, pari all'impatto
che un secolo prima aveva avuto la penicillina, capace di
contrastare i nematodi, una forma parassitaria che può
provocare cecità e filariosi linfatica. Decisivo il contributo
dello stesso Campbell, classe 1930.
Erbe cinesi contro la malaria.
Un nuovo farmaco contro la malaria, nato
da erbe cinesi studiate e utilizzate da oltre 1.500 anni per
curare "le febbri", e milioni di vite salvate in Africa, Asia
meridionale e Sud America. È il principale risultato ottenuto
dalla 85enne cinese Youyou Tu, insignita oggi del Nobel per la
medicina. Chimica, immunologa, ma anche esperta di
medicina tradizionale e di erbologia. Le sue grandi scoperte nascono
proprio dallo studio delle erbe: nel 1969, Mao avalla il
progetto 523 per studiare le erbe tradizionali cinesi: la
39enne Tu si concentra sull'erbologia classica cinese, visita
in tutto il Paese gli anziani esperti, si focaliza su 380
estratti di erbe usati tradizionalmente contro la malaria, la
principale causa di morte all'epoca nel Sudest asiatico, paesi
alleati della Cina di Mao. Una di queste erbe, l'Artemisia
Annua, ottiene risultati verificabili sui topi: effettivamente
contrasta la malaria, come sostenevano testi di medicina cinese
vecchi di 1.600 anni. Ma ci vogliono anni di tentativi: gli
antichi testi prescrivevano di bollire l'erba. Nel 1972 Tu e i suoi colleghi ottengono finalmente, dopo vari tentativi di estrazione eliminando le
tossine dell'erba, la sostanza pura, Artemisinina o Qinghaosu:
è il nuovo farmaco contro la malaria, che in 40 anni ha
salvato milioni di vite.