Percorsi. Ecco i cento luoghi dell'arte contemporanea che bisogna visitare in Italia
Opera, di Edoardo Tresoldi, Reggio Calabria
Negli ultimi tre decenni, l'Italia ha vissuto un'evoluzione significativa nel panorama dei luoghi espositivi dedicati all'arte contemporanea, segnando una svolta sia in termini di quantità che di qualità delle strutture. Questo sviluppo ha riflettuto una crescente attenzione e valorizzazione dell'arte contemporanea, storicamente in secondo piano rispetto all'immenso patrimonio artistico classico e rinascimentale del Paese.
A partire dagli anni '90, si è assistito all'apertura di numerosi musei e spazi espositivi dedicati all'arte contemporanea in diverse città italiane. Tra i più rilevanti, il Museo d'Arte Contemporanea di Roma (MACRO) e il Museo del Novecento a Milano, inaugurati rispettivamente nel 1999 e nel 2010, che hanno segnato un importante passo avanti nell’offerta culturale delle metropoli italiane. Questi spazi sono stati affiancati da istituzioni più recenti come il MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXI secolo, anch'esso a Roma, che ha aperto le sue porte nel 2010, rappresentando un polo di eccellenza architettonica e curatoriale a livello internazionale.
Veduta esterna del MAXXI, Roma, progettato da Zaha Hadid - © Guido Caltabiano
Parallelamente alla costruzione di nuovi musei, si è assistito a una vasta opera di riqualificazione di spazi industriali e storici convertiti in centri espositivi. Esempi emblematici includono la Fondazione Prada a Milano, un ex complesso industriale su cui ha lavorato l’archistar Rem Koolhaas e aperto nel 2015, e l'ex carcere delle Murate a Firenze, trasformato in un vivace centro culturale.
Un'altra tendenza significativa è stata la diffusione di spazi espositivi al di fuori delle grandi città, favorendo una maggiore decentralizzazione della cultura. Realtà come il Museion a Bolzano, il MART di Rovereto e il Castello di Rivoli vicino a Torino hanno contribuito a portare l'arte contemporanea in contesti più periferici, promuovendo una fruizione più democratica e capillare.
L'influenza delle fondazioni private è cresciuta esponenzialmente, con istituzioni come la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo a Torino e la Fondazione Merz che hanno giocato un ruolo chiave nel promuovere e sostenere l'arte contemporanea in Italia. Allo stesso tempo, sono proliferati spazi indipendenti, gestiti da curatori e artisti, che hanno favorito un dinamismo culturale particolarmente evidente in città come Napoli, Palermo e Venezia, sede della Biennale, il più importante appuntamento espositivo italiano e uno dei più significativi a livello mondiale.
Berlinde De Bruyckere, "Aletheia, on - vergeten", Fondazione Sandretto Re Rebaudengo - © Mirjam Devriendt
Infine, il periodo ha visto un'innovazione significativa nel campo della curatela e del design museale. Gli spazi espositivi italiani sono diventati sempre più interattivi e multimediali, rispondendo a nuove esigenze espositive e coinvolgendo un pubblico sempre più eterogeneo e internazionale. L'Italia ha dimostrato di sapere rinnovarsi e ampliare la sua offerta culturale nel campo dell'arte contemporanea, bilanciando la sua ricca eredità storica con una nuova vitalità nel presente.
Mancava però una mappa di tutte queste realtà, a cui si possono aggiungere singole installazioni particolarmente significative, come l’“Ago, filo e nodo” di Claes Oldenburg a Milano, “Opera” di Ernesto Tresoldi sul lungomare di Reggio Calabria. “L.O.V.E.” di Maurizio Cattelan davanti alla Borsa di Milano, Piazza Verdi della Spezia nel progetto di Daniel Buren o la “Sfera grande” di Arnaldo Pomodoro a Pesaro. Ora questa guida c’è e conduce in un viaggio straordinario in “100 luoghi del contemporaneo in Italia” (come recita il titolo) a cura di Nicolas Ballario, edito da 24 ORE Cultura (pp. 272, in grande formato; 65 euro). Si tratta di percorso ragionato, alternativo ai percorsi storici più battuti e ricco di piacevolissime sorprese.
Giuliano Mauri, Cattedrale vegetale , 2001, Borgo Valsugana (TN), Arte Sella - © Arte Sella / foto Giacomo Bianchi
Con le sue 100 schede riccamente illustrate dedicate a musei, associazioni e fondazioni tra le più innovative, ma anche a eventi, esposizioni diffuse e opere d’arte, il volume di Nicolas Ballario - aperto dalla prefazione di Patrizia Sandretto Re Rebaudengo - vuole offrire un’ampia finestra sull’arte contemporanea d’Italia, per consentire di avvicinarsi a luoghi e manifestazioni artistiche sia ben conosciute sia poco battute.
Ballario è curatore e conduttore televisivo e radiofonico, ha studiato fotografia alla John Kaverdash School di Milano e ha frequentato l’Accademia Altieri di Roma. Entrato nello staff di Oliviero Toscani, è diventato esperto riconosciuto del connubio tra arte e mass media. Scrive nella sua Introduzione: “Dal punto di vista artistico, spesso si ha la sensazione che tra l’essere e il non essere il nostro Paese preferisca l’essere stato. C’è però una fittissima rete di luoghi che affronta i temi del presente e guarda a quelli del futuro e questo volume ha cercato di mettere insieme alcuni di quelli più significativi, che siano grandi istituzioni o piccole iniziative”. Un obiettivo raggiunto che fa del libro un compagno da consultare spesso per fare esperienza del contemporaneo in Italia.