Alcune regioni garantiscono già la chiusura nel dì di festa. Confindustria, Cisl e Uil (non la Cgil) propongono di lavorare e di organizzare momenti di riflessione sull’unità patria. Infine il ministro Roberto Calderoli (al quale si deve la miccia che ha innescato la polemica) la butta sul tecnico e stoppa il partito delle celebrazioni: non c’è la copertura finanziaria.Insomma, manca poco più di un mese alla giornata straordinaria che il 17 marzo deve sancire solennemente il 150° della nazione, e ancora è tanta la confusione sotto il cielo, o meglio dietro la bandiera. E oltre alla questione dei luoghi di lavoro (pubblici) si è aperta anche quella delle aule scolastiche, dopo che il ministro Mariastella Gelmini, che certo leghista non è, ha proposto di approfittare dell’occasione per approfondire in classe i temi della storia comune scaturita dal Risorgimento. Contrari i presidi.Ad aprire il fronte delle regioni che optano per la chiusura degli istituti (e degli uffici pubblici) è la presidente del Lazio Renata Polverini. «Potrà essere l’occasione per gli studenti di partecipare alle celebrazioni che si svolgeranno, per cui anche la Regione Lazio è impegnata a contribuire» e che saranno organizzati «in tutte e cinque la province». Scelta subito appoggiata dal ministro Giorgia Meloni (che con Ignazio La Russa guida il partito profesta nazionale all’interno dell’esecutivo). Tra le altre che hanno già deciso nello stesso senso del Lazio, Alto Adige, Sicilia e Basilicata. Favorevole la Calabria. Mentre Friuli-Venezia Giulia, Sardegna, Lombardia, Veneto, Piemonte, Umbria e Abruzzo attendono lumi dal Governo. In aula, invece in Puglia e Campania. A meno di circolari ministeriali contrarie. Che arriveranno solo dopo le decisioni dell’esecutivo.All’interno del quale dà battaglia il ministro della Semplificazione legislativa. Calderoli cita il parere della commissione Bilancio della Camera e la relazione tecnica della Ragioneria Generale dello Stato, per dire che «è evidente che o il 17 di marzo andiamo tutti a lavorare oppure la legge in oggetto è priva di copertura e quindi è incostituzionale ex articolo 81 della Costituzione».Ha quantificato le perdite in 4 miliardi la leder di Confindustria Emma Marcegaglia. L’associazione imprenditoriale ieri ha espresso una posizione comune con Rete Imprese Italia, Confapi, Confcooperative, Cisl, Uil e Ugl (l’ex sindacato della Polverini). L’impegno è «a dare il massimo contributo affinché la ricorrenza del 17 marzo sia vissuta con autentico e orgoglioso senso di partecipazione». Perciò «verrà messa in atto ogni forma di collaborazione con le pubbliche istituzioni per organizzare nei luoghi di lavoro momenti di celebrazione e di aggregazione attorno alla bandiera nazionale e ai fondamentali valori che essa rappresenta». (G.San.)