Attualità

LA TRAGEDIA. La strage di senegalesi: lutto cittadino a Firenze

martedì 13 dicembre 2011

Città ancora incredula e lutto cittadino: così si è svegliata Firenze all'indomani dell'uccisione di due senegalesi e al ferimenti di tre loro connazionali nel raid di sangue concluso con il suicidio del killer, Gianluca Casseri. Il sito ufficiale del Comune di Firenze annuncia il lutto con la frase "la città di Firenze è solidale con la comunità senegalese" tradotta anche in francese ed in inglese. Oggi, come annunciato ieri dal sindaco Matteo Renzi, sarà in città il ministro Andrea Riccardi. E Renzi riunirà i dipendenti comunali di Palazzo Vecchio alle 12 per commemorare le vittime.

Mazzi di fiori anche stamani in piazza Dalmazia sul luogo in cui sono stati uccisi i due senegalesi e tra i cartelli uno che esprime solidarietà ai vu cumprà firmato dagli "ambulanti della piazza". Nella zona di San Lorenzo, dove si è concluso il raid di Casseri, fin da ieri sera tanti i segnali di solidarietà in una zona del centro cittadino: "No al razzismo.

Si chiude in segno di solidarietà alle vittime del razzismo", si legge sul cartello affisso ieri pomeriggio su molte saracinesche di negozi lungo le vie attorno al mercato. Ed i senegalesi non sono gli unici ad avere timore. "Viviamo con la paura addosso anche se nessuno ne parla - spiega un commerciante iraniano del mercato -, è vero che apparentemente siano tutelati se siamo stranieri, ma è anche vero che si sente un'insofferenza forte, non dichiarata, nei confronti di chi non è italiano. Questa crisi sta rendendo le cose ancora più difficili, il clima è più pesante".

IL CARDINALE RAVASI"Quanto uno straniero risiede nel nostro territorio non deve essere né molestato né oppresso. Deve essere trattato come un nativo". È quanto scrive il card. Ravasi, presidente del Pontificio consiglio della Cultura, su Twitter.  Il card. Ravasi torna sul questo tema nel suo blog e qui spiega che la frase twitatta è presa dal codice dell'Israele biblico (Levitico 19,33-34; Esodo 22,20). "Certo - aggiunge - era un regime teocratico", "ma una norma simile dovrebbe essere invidiata e imitata anche da uno stato moderno e laico". "La via dello scontro o del duello - afferma Ravasi - è facile e fin troppo spontanea, e si arma di slogan efficaci di ritmo binario elementare (buono/cattivo, bianco/nero etc.). La via del confronto e del duetto, in cui le voci mantengono la loro identità anche antitetica - come accade in musica - ma si ascoltano e intrecciano, è più ardua, ma è l'unica cristiana e culturalmente degna e feconda, da imboccare senza troppe riserve e paure".

L'ARCIVESCOVO BETORI"Provo profondo e severa riprovazione per quanto è accaduto oggi a Firenze. Il mio primo pensiero va subito alle vittime, che affido alla misericordia del Signore, ai feriti cui auguro pronta guarigione, alle famiglie e ai loro amici provati da una così grande sofferenza". Lo dice l'arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori, riferendosi alla tragedia verificatasi oggi a Firenze. "Auspico che la mente ed il cuore di ciascuno in questa città siano liberati dagli spettri del razzismo e dell'odio etnico. Firenze ritrovi la sua vocazione di città dell'accoglienza e del dialogo. Ogni manifestazione di odio sia prontamente ricacciata dalla coscienza dei fiorentini".