Bologna. Un esposto contro il video-censimento delle case popolari abitate da stranieri
Un esposto al garante della privacy contro gli esponenti bolognesi di Fratelli d'Italia che, nei giorni scorsi, in un video pubblicato su Facebook, avevano passato in rassegna nomi e cognomi di famiglie di origine straniera sui citofoni delle case popolari a Bologna. Lo ha presentato l'avvocata Cathy La Torre, promotrice del network 'Odiare ti costa' che intenta azioni legali contro le offese via web, riferendosi alla violazione del Reg. UE 2016/679, la normativa in materia di protezione dei dati personali. Come riportato dal blog giornalistico Valigia Blu che ha ripercorso il caso: si tratta di una “schedatura” di cittadini, stranieri, con possibile diffusione di dati “sensibili” per i quali occorre specificatamente il consenso esplicito degli interessati.
Dell'episodio si sono resi protagonisti il deputato Galeazzo Bignami, ex Forza Italia da poco passato a Fratelli d'Italia e Marco Lisei, consigliere comunale ex Fi e ora anch'egli FdI, candidato alle prossime regionali che, insieme, sono andati nel quartiere Bolognina. Dopo la pubblicazione del video – che a oggi non risulta più visibile sui profili di Bignami e Lisei, ma che continua a circolare su Twitter – i due esponenti politici sono stati duramente criticati per i metodi di incitamento all'odio.
#Bologna, lo scempio delle case popolari, @galeazzobignami: "Italiani epurati a favore degli stranieri (#risorseINPS)."
— RadioSavana #resilienza19 🇮🇹 (@RadioSavana) November 8, 2019
Il video denuncia di Galeazzo Bignami dura circa 10 minuti, è stato tagliato per renderlo fluibile con i tempi tecnici di Twitter.#SaveTheEmilia #RadioSavana pic.twitter.com/9wpTmME8WX
Sempre Valigia Blu ha sottolineato che le azioni di Bignami e Lisei potrebbero costituire "un reato ai sensi dell’art. 167 del Codice Privacy, cioè illecito trattamento dei dati personali". A cui si aggiungono altri reati, in materia di propaganda all’odio razziale.
«Ci diranno 'state violando la privacy'. Non ce ne frega assolutamente niente. Sei in una casa popolare, c'è il tuo nome sul campanello. Bisogna che ti metta nell'ottica - aveva affermato Bignami - che qualcuno vada a vedere. La cosa che ci dà piuttosto fastidio è che questi immobili sono il frutto del sacrificio dei nostri nonni e dei nostri padri e abbiamo il dovere» di fare in modo che anche «i nostri figli e nipoti possano godere» di questi immobili. Lisei nel video, ha sottolineato che negli ultimi anni, «nonostante la popolazione straniera sia intorno 15% del totale - ha detto il consigliere comunale - ottiene il 60% delle assegnazioni. Queste case dimostrano pienamente questa tendenza». Il sindaco di Bologna, Virginio Merola (Pd), ha replicato: «Di fronte al signore che mi va a fare i video delle case di edilizia residenziale pubblica dove c'è il nome di un cittadino bolognese straniero per dire che gli alloggi vanno solo agli immigrati, è arrivato momento di reagire. Noi assegniamo le case in base al reddito, non al colore della pelle».