La Relazione della Direzione antidroga. Cocaina, in Italia è boom di sequestri
Tonnellate di cocaina destinate a "imbiancare" le strade italiane, con quantità di bamba sequestrate che non si registravano da almeno un decennio. La relazione della Direzione centrale dei servizi antidroga del ministero dell'Interno - pubblicata oggi e che Avvenire è in grado di anticipare - fotografa attraverso i dati delle operazioni messe a segno da Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza, una forte ripresa dei traffici di "neve" che attraversano l'Italia, gestiti in primis dai clan di 'ndrangheta, camorra, cosa nostra e da organizzazioni criminali straniere. Nel lessico soft degli analisti investigativi della Dcsa, diretti da Giuseppe Cucchiara (che domani passerà le consegne al nuovo direttore, il generale della Guardia di Finanza Antonello Maggiore), il boom di sequestri viene definito «un vistoso aumento». Di fatto, si legge nella relazione, triplicano quasi «in termini assoluti i volumi caduti in sequestro rispetto al 2018 (+127,2%), raggiungendo la quota record di 8,4 tonnellate sottratte al mercato illegale». Un boom che non si registrava da un pezzo: «Nella serie decennale, si tratta del quantitativo più alto dal 2010 ad oggi, anche laddove non si conteggino due consistenti sequestri operati a gennaio e novembre, rispettivamente nei Porti di Genova e Gioia Tauro, per oltre 3,2 tonnellate complessive» Dati alla mano, gli analisti della Dcsa esplicitano dunque le proprie valutazioni: «Che la diffusione della cocaina rappresenti un fenomeno in netta e vertiginosa crescita e sempre di più il principale business dei maggiori sodalizi criminali nazionali e internazionali, si rileva anche dai dati relativi alle operazioni di polizia e alle denunce per questa specifica sostanza, che si collocano entrambi al livello più alto nelle rispettive rilevazioni decennali». Seppure influenzato da alcune operazioni concluse con maxi sequestri, il dato colpisce ancor di più perché è in controtendenza, se si considera che in generale la quantità complessiva di narcotici sequestrati nel 2019 in Italia si è invece clamorosamente dimezzata.
Operazioni e denunce
In generale, si legge nel dossier, «resta praticamente immutato il dato complessivo delle operazioni antidroga e quello delle denunce all’Autorità Giudiziaria: la situazione che emerge è speculare al 2018». Per le operazioni antidroga, «il dato è il secondo più elevato di sempre, mentre per il numero delle denunce, il valore è in linea con gli esiti della serie decennale». Invece, se si eccettua il segmento della cocaina, il dato complessivo dei sequestri di tutte le sostanze stupefacenti si è addirittura dimezzato. La Dcsa parla di «una vistosa flessione rispetto all’anno precedente: dalle 123 tonnellate di stupefacente rinvenuto nel 2018, si è scesi a poco meno di 55, con una calo percentuale di oltre la metà (-55,66,%) che ha riallineato il quantitativo complessivo del 2019 ai volumi intercettati negli anni precedenti al 2013».
Overdose, in aumento le vittime
Continua, per il terzo anno consecutivo, il trend crescente delle morti per overdose che, con altri 37 decessi raggiunge quota 373 (un aumento dell’11,01% rispetto al 2018). In oltre la metà dei casi, la causa del decesso è da attribuire al consumo di oppiacei (169 casi all’eroina, 16 al metadone, 1 al fentanil, e 1 alla morfina). Dal 1973, anno in cui hanno avuto inizio le rilevazioni in Italia sugli esiti fatali per abuso di droga, sono complessivamente 25.780 i morti causati dal consumo di stupefacenti. E la relazione osserva: «L’andamento in atto è un fenomeno estremamente preoccupante, sul quale gli analisti e gli esperti delle diverse discipline dovranno continuare ad interrogarsi per individuare le cause e porre un argine non solo sul piano della repressione del traffico e dello spaccio».
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In calo cannabis ed eroina
In generale, si legge nel rapporto, i «decrementi riguardano quasi tutte le sostanze, con eccezione della cocaina e delle droghe sintetiche. Spiccano, in particolare, gli scostamenti negativi riferibili ai derivati della cannabis, tanto per quanto riguarda l’hashish (-73,25%), che per la marijuana (-39,83%) e la presentazione in piante (-57%)». Nonostante tre importanti sequestri per circa 13 tonnellate complessive di cannabis operati in mare (nelle acque del Canale di Sicilia e al largo delle coste pugliesi di Santa Maria di Leuca, tra aprile e maggio 2019), gli investigatori annotano una «sensibile flessione dei sequestri di questa sostanza nelle acque nazionali e internazionali», sia dell’area tirrenica che di quella adriatica, per un totale di oltre 41 tonnellate. Sarà l’andamento dei sequestri dell’anno in corso, aggiungono, a dire se si tratti di un risultato contingente. Pppure se, più che una vera e propria inversione di tendenza nei flussi illeciti, «ci si trovi di fronte ad una possibile rimodulazione delle rotte e delle strategie operative» dei trafficanti.
Oltre al "fumo", anche l’eroina mostra un calo (-37%) rispetto al 2018. Ma per la Dcsa, tale flessione «appare meno significativa, tenuto conto che lo scorso anno, per questo tipo di droga, era stato registrato un incremento particolarmente consistente dovuto innanzitutto al rinvenimento di una ingentissima partita di circa 270 kg nel Porto di Genova». In generale, il dato dei sequestri di eroina nella rilevazione decennale resta in linea con la media dell’ultimo quinquennio.
Fentanyl e droghe sintetiche
Temibili restano le droghe sintetiche. Anche se le quantità sottoposte a sequestro appaiono ancora contenute, «l’incremento registrato (+95,62% per la presentazione in dosi e +32,16% per la presentazione in peso), conferma la crescente diffusione di questo tipo di psicotropi soprattutto tra i più giovani». ILa minaccia («anche per un sostanziale disimpegno da tali traffici delle criminalità organizzata»), non è ancora ai livelli delle altre sostanze, ma è ipotizzabile che, già nei prossimi anni, il dispositivo di contrasto dovrà fare i conti con questo fenomeno e con le sue insidiose modalità di implementazione dell’offerta». rTradotto: il business non interessa per ora alle mafie nostrane, ancora attirate soprattutto dai traffici di coca, ma non è detto che presto non se ne occupino, sulla scia di quanto già fanno i narcos messicani e i trafficanti dell'Est europeo. Le modalità di consegna per ora avvengono attraverso «ordini telematici e transazioni via web che utilizzano per recapitare lo stupefacente il sempre più vorticoso sistema delle spedizioni postali nell’era dell’e-commerce». Il vero incubo è quello delle Nps, le Nuove Sostanze Psicoattive, molecole di origine sintetica originate da una costante manipolazione delle strutture chimiche di base, che serve a immettere sul mercato clandestino sostanze sottratte ai controlli perché non ricomprese nelle Tabelle internazionali. Nel 2019, il Sistema Nazionale di Allerta Precoce del Dipartimento per le Politiche Antidroga (con il quale la Dcsa collabora) ha potuto individuare anche grazie alle segnalazioni provenienti dalle forze di polizia «15 molecole di nuova composizione non “tabellate” (principalmente cannabinoidi, catinoni e oppioidi ), già presenti in prodotti psicoattivi destinati al consumo». La preoccupazione è che tali sostanze, gravemente dannose, possano a lungo andare mietere vittime (negli Usa il Fentanyl ha causato oltre 220mila morti negli ultimi anni). Tanto che la Dcsa avverte: «Benché tali sostanze non siano oggi ancora particolarmente diffuse nel nostro Paese, è necessario tenere alto il livello di attenzione per evitare di essere colti di sorpresa da nuovi fenomeni di consumo che per alcuni Stati oltreoceano rappresentano ormai una vera e propria emergenza per la salute pubblica».
Trafficanti, spacciatori e manovalanza
Oltre alle organizzazioni criminali nazionali che fanno da grossiste, la relazione analizza la piramide dei trafficanti, partendo dalla loro nazionalità. Il dato relativo agli stranieri coinvolti nel traffico e nello spaccio di sostanze stupefacenti, in leggera flessione (-3,48%), è in linea col’anno precedente: 13.775 persone, di cui oltre 9.650 in stato di arresto, poco più di un terzo (39,45%) di tutti i denunciati, «tra i più alti mai registrati nella rilevazione decennale». Si tratta, in prevalenza, «di manovalanza extracomunitaria - marocchina, albanese, nigeriana, gambiana, tunisina e senegalese – addetta allo distribuzione dello stupefacente nelle piazze di spaccio nazionali». Se invece si guarda ai gruppi criminali (accusati di associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico) il numero degli stranieri, «pur evidenziando un piccolo incremento percentuale (+7,58%) rispetto al 2018, si attesta sopra le 860 unità».
Nel mondo dello spaccio vengono reclutati anche i minori, italiani e stranieri, coinvolti nelle operazioni di cessione dei derivati della cannabis (hashish e marijuana). Nel 2019 il numero dei responsabili di spaccio di cannabis (958, di cui 808 italiani) si conferma elevato rispetto ad altre tipologie di sostanze (224 minori per la cocaina e 27 per l’eroina). «Si tratta di un dato da monitorare con attenzione anche in futuro - conclude la Dcsa - tenuto conto non solo dell’età dei denunciati, ma anche della diffusione di tali sostanze nei fenomeni di consumo che riguardano più da vicino la popolazione giovanile«».