Carceri. A Velletri la droga dietro le sbarre pagata dai parenti dei detenuti
Detenuti ordinavano cocaina e hashish dal carcere e i loro parenti pagavano le dosi: misure cautelari nei confronti di 33 persone, tra cui cinque donne, sono state eseguire stamattina dai carabinieri su ordine della procura di Velletri. Per gli indagati, che risiedono nel Lazio e in provincia di Chieti, le accuse sono, a vario titolo, detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione e accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti. Sedici destinatari del provvedimento erano già rinchiusi in carcere. Gli episodi sui quali si è incentrata l’attenzione degli inquirenti sono avvenuti all’interno della Casa circondariale di Velletri, in provincia di Roma, tra gennaio e giugno del 2023, le indagini svolte dai militari dell'Arma in collaborazione con la polizia penitenziaria, sono cominciate dopo che uno dei reclusi indagati e alcuni suoi familiari subirono percosse e minacce per forniture di droga non pagate.
Accertato un giro di affari di circa 80mila euro, con prezzi delle sostanze almeno del doppio rispetto a quelli del mercato esterno. Cocaina e hashish entravano nell’istituto di pena nascosti insieme a generi alimentari confezionati sottovuoto o occultati tra beni di prima necessità come vestiti e biancheria intima, all’interno di pacchi destinati a detenuti, inviati tramite ditte di spedizioni. Una volta entrata nella struttura carceraria, la “roba” poteva essere ceduta anche a terzi. La droga, ordinata all’interno del penitenziario attraverso messaggi o telefonate da cellulari, veniva pagata dai familiari con ricariche su carte prepagate: figli, mogli, fidanzate, fratelli, nonni, zii e amici dei detenuti, ma anche terze persone prestanome, provvedevano a saldare il debito e se qualcuno non lo faceva veniva minacciato e, in qualche caso, sottoposto a violenze.