Si torna alla Jervolino-Vassalli. Niente più equiparazione tra droghe “leggere” e “pesanti", sanzioni inasprite per lo spaccio delle seconde e ammorbidite per quello delle prime e maggiori difficoltà, ad esempio, per l’affidamento ai servizi sociali in alternativa al carcere (che adesso sarà possibile solo per condanne sotto i quattro anni, contro i sei della Fini-Giovanardi).Tuttavia la Corte costituzionale non è entrata nel merito della normativa, visto che oggi ha dichiarato l'illegittimità della legge Fini-Giovanardi per violazione dell'articolo 77 della Costituzione, che regola la procedura di conversione dei decreti legge. Eppure la decisione della Consulta sembra già venire trasformata in una specie di cavallo di Troia: "La bocciatura da parte della Corte Costituzionale della legge Fini-Giovanardi è una grande emozione nel solco del vento della legalizzazione che soffia in molte parti del mondo, a partire Usa" fa sapere il capogruppo Sel in Commissione Giustizia, Daniele Farina (primo firmatario della proposta di legge di Sel sulla regolamentazione della coltivazione domestica della cannabis), che aggiunge: "Nel mondo la tendenza è legalizzare il consumo e la vendita, sia per fini terapeutici che ricreativi. L'Italia non perda anche questo treno".Chi infine prevede diecimila uscite dalle carceri per questa decisione della Corte costituzionale, il suo presidente emerito Giovanni Maria Flick (ieri intervenuto in udienza) spiega che la bocciatura della legge Fini-Giovanardi avrà effetti "solo sui procedimenti in corso e non per chi è stato già condannato in via definitiva".