Rapporto Caritas. Azzardo, alcol, droga: i flagelli che impoveriscono i romani
Sempre più spesso vanno a braccetto, quando si parla d’indigenza. Non fa eccezione il rapporto della Caritas sul disagio sociale a Roma, in cui tra le principali caratteristiche dei nuovi poveri della capitale c’è appunto la dipendenza da droghe o alcol e ancor più da gioco d’azzardo. All’inizio del 2017, infatti, nelle strutture pubbliche romane c’erano in cura quasi 6.800 utenti per uso di stupefacenti e mille per alcol.
Ma questa, secondo gli esperti, è semplicemente la punta dell’iceberg, se si leggono queste cifre in parallelo alle operazioni antidroga effettuate lo scorso anno nella provincia di Roma: 3.446 con il sequestro di quasi 10mila chili di sostanze. Italiano, maschio, più di quarant’anni, celibe, con un basso livello di istruzione. È questo in sostanza l’identikit della persona con dipendenza – tratteggiato nel report – che evidenza anche l’età sempre più precoce in cui si prova per la prima volta droga o alcol, oggi scesa tra i 14 e i 17 anni (23,7% per la droga, 20,2% per l’alcol).
Non meno allarmanti i numeri contenuti nell’analisi della Caritas Roma su chi scivola sotto la soglia di povertà proprio per il vizio del "gioco". Nel Lazio questo settore movimenta 7,8 miliardi di euro, ma il numero delle persone in cura presso i Serd (Servizi per le dipendenze) a Roma è solo una minima porzione del dramma. A preoccupare, inoltre, è l’aumento dell’azzardo tra i giovanissimi anche per il moltiplicarsi delle occasioni. Il 44% degli studenti infatti abita o frequenta una scuola a pochi passi da un luogo dove si può giocare, quasi il 50% degli studenti tra i 14 e i 19 anni ha giocato d’azzardo almeno una volta nel corso dell’anno scolastico 2015-2016.
Dettagli, questi ultimi, che giustificano pure la definizione per Roma di «capitale europea del gioco d’azzardo», con il Lazio che mantiene il poco lusinghiero secondo posto, dopo la Lombardia, per spesa nell’azzardo (più di 7 miliardi spesi), per numero di sale da gioco (più di 500) e "macchinette" (quasi 50mila). Un mercato dilagante, insomma, che porta con sé un elevato numero di ludopatici da curare, tanto che la Regione è corsa ai ripari nel marzo 2017 con un Piano regionale biennale da 14,4 milioni per combattere il gap (gioco d’azzardo patologico).