Economia e società. Draghi chiede un Patto per cambiare l'Italia. Confindustria approva
Il premier Mario Draghi interviene all'Assemblea annuale di Confindustria
Non mettere a rischio le riforme legate al Pnrr e aprire una nuova stagione di relazioni sindacali, un «un patto economico, produttivo, sociale del Paese»: le parole del premier Mario Draghi scorrono all'assemblea di Confindustria in sintonia con quelle del leader degli industriali Carlo Bonomi. Che chiede ai partiti di «non attentare alla coesione del Governo pensando alle prossime amministrative o con veti e manovre in vista della scelta da fare per il Quirinale». I due protagonisti parlano la stessa lingua del fare. Coincidono sia nell'analisi di questa fase di ripartenza dell'economia sia sul metodo, lo spirito con cui deve lavorare oggi il Paese: responsabilità da parte di tutti, «sedersi intorno ad un tavolo».
L'appello del premier è «a fare di più» e ad un impegno dal quale «nessuno si tiri indietro» Confindustria plaude al lavoro di Draghi, ne sottolinea le qualità, auspica che resti premier a lungo, e rimarca la prospettiva di un solido asse sulla linea del premier preannunciando che si opporrà «a tutti coloro che vorranno intralciare il processo delle riforme», a quel tipo di politica che «flirta con i no vax»: si augura che Draghi vada avanti senza impedimenti della politica che pensa a se stessa. Ed è pieno il sostegno alle decisioni del Governo sugli obblighi di green pass. La platea di circa 1.200 imprenditori condivide le parole di Bonomi e lo sottolinea dedicando al premier un lunghissimo applauso, tutti in piedi.
Draghi indica che nelle prossime previsioni del Governo sarà indicata «una crescita intorno al 6% quest'anno a fronte del 4,5% ipotizzato in primavera» e nell'analizzare questa fase usa parole che collimano con quelle di Bonomi: è «un rimbalzo», bisogna guardare oltre, «la sfida per il Governo e per tutto il sistema produttivo e le parti sociali è fare in modo che questa ripresa sia duratura e sostenibile». Anche per il leader degli industriali «la sfida è il tasso di crescita dal 2022 in avanti», «solo una crescita solida e duratura, di orizzonte decennale, può rendere davvero sostenibile l'immane debito pubblico italiano».
Il premier tocca le corde più sensibili degli industriali: annuncia per ottobre «un provvedimento che dia impulso alla concorrenza»; garantisce che il Governo «non ha intenzione di aumentare le tasse. In questo momento i soldi si danno e non si prendono». Sulla stretta attualità della stangata su luce e gas il premier preannuncia misure da 3 miliardi. E invita a «preservare buone relazioni industriali, perché assicurino equità e pace sociale» anche per «accelerare il programma di riforme e investimenti, per migliorare il tasso di crescita di lungo periodo».
Tra le prese di posizione politiche per il leader del Pd, Enrico Letta, è «il momento giusto» per lanciare «un grande patto per il lavoro e la crescita. Sul modello di quello che fece Ciampi. Matteo Salvini plaude al «no a nuove tasse» di Draghi: »Avanti così». Dall'assemblea degli industriali le bacchettate alla politica di Carlo Bonomi non risparmiano diverse posizioni della Lega, da quota 100 al green pass.
Mentre, con uno strappo al tradizionale protocollo delle assemblee di Confindustria ed al programma della giornata, il Ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, esponente della Lega, ha preferito rinunciare al suo intervento: una scelta «per rispetto verso Draghi», per lasciare solo al premier la voce del Governo, è il motivo che già dalla vigilia era filtrato dal ministero.
Confindustria è netta nel distinguere l'azione di Draghi da quella politica che potrebbe frenare il processo di riforme. «Le riforme bisogna farle adesso. Basta rinvii, basta giochetti, basta veti. Davvero basta», dice Bonomi. Che sul fronte dei sindacati si rivolge per nome ai leader di Cgil, Cisl e Uil: «Luigi, Maurizio, Pierpaolo, noi non siamo partiti in lotta, noi abbiamo un grande compito comune»; «Facciamolo almeno noi un vero patto per l'Italia», cominciando da accordi su tre «esempi concreti», di attualità: sicurezza sul lavoro, politiche attive, smart working. Per il leader degli industriali «è il tempo di decidere di scegliere di cambiare. Non cambiare per l'Italia è fatale».
Un tema è la riforma fiscale: i 3 miliardi che il Governo è disponibile a mettere in campo non consentono di intervenire sia sull'Irpef che sulla tassazione delle impresa, sono pochi, avverte Bonomi, che stigmatizza: si è speso di più negli ultimi 4 anni sul fronte Alitalia. E ci sono le sfide ambientali Confindustria chiede obiettivi credibili, non «velleitari» come (con un riferimento al ministro Cingolani) sullo sviluppo delle rinnovabili. Draghi sottolinea che «la transizione ecologica non è una scelta ma una necessità».