Social Summit Porto. Draghi: troppe disuguaglianze, non lasciare nessuno indietro
"Il sogno europeo è di garantire che nessuno venga lasciato indietro. Ma, già prima della pandemia, le nostre società e i nostri mercati del lavoro erano frammentati" dalle diseguaglianze, e "questa non è l'Italia come dovrebbe essere, né l'Europa come dovrebbe essere" così il premier Draghi si è espresso al Social Summit di Porto, in Portogallo.
Per "porre rimedio a questa triste situazione", aggiunge, il Prr prevede "6 miliardi di euro per riformare le politiche attive del mercato del lavoro", oltre 14 miliardi per le infrastrutture di trasporto al Sud, 4,6 miliardi per accrescere il numero di asili nido e di scuole materne, alleviando il carico delle madri lavoratrici.
Non interrompere troppo presto la politica di stimolo fiscale e rendere il programma Sure per la protezione del lavoro strutturale. E' la ricetta di Mario Draghi contro disuguaglianze generazionali, disuguaglianze di genere e disuguaglianze regionali. "Le politiche nazionali non sono sufficienti", evidenzia. Ecco perché "accogliamo con favore il piano d'azione della Commissione sul pilastro europeo e sui diritti sociali, che mettono insieme le esigenze del Mercato unico insieme a quelle di una strategia di crescita più sostenibile ed equa. Dobbiamo però fare un passo avanti - chiede - dobbiamo inserire i pilastri, gli obiettivi e le pietre miliari nel Semestre europeo, con un monitoraggio continuo su questo aspetto".
Intervenendo a uno dei panel del Social Summit di Porto, ospitato nell'ex dogana della città portoghese, il premier ha ricordato che "il sogno europeo è di garantire che nessuno venga lasciato indietro" ma già prima della pandemia le nostre società erano frammentate da diseguaglianze generazionali. "Questa non è l'Italia come dovrebbe essere, né l'Europa come dovrebbe essere", ha ammonito, ricordando che la crisi da Covid-19 ha ampliato i divari esistenti e "il prezzo di questa tragedia", come già avvenuto in passato, è stato pagato maggiormente da giovani e donne, vittime di un sistema "a doppio binario" presente in troppi paesi Ue, che avvantaggia i garantiti, i lavoratori più anziani e maschi.
"Mentre i cosiddetti garantiti sono meglio retribuiti e godono di una maggiore sicurezza del lavoro, i non garantiti soffrono un vita lavorativa precaria. Questo sistema è profondamente ingiusto e costituisce un ostacolo alla nostra capacità di crescere e di innovare", è l'analisi dell'ex Bce. A questa situazione, rivendica il premier, il governo sta cercando di porre rimedio con il Pnrr, investendo sei miliardi nelle politiche attive del lavoro, altri 4,6 miliardi "sono destinati ad accrescere il numero di asili nido e di scuole materne, alleviando il carico delle madri lavoratrici.
Sono previste anche misure di lotta alla povertà infantile e sosteniamo il progetto di proposta della Commissione europea di Garanzia europea per l'infanzia, nonché i principi contenuti nell'agenda relativi all'assistenza di lungo termine e alle pari opportunità di genere. Oltre 14 miliardi di euro sono previsti per le infrastrutture di trasporto al Sud" ricorda illustrando alcuni dei contenuti del piano inviato a Bruxelles pochi giorni fa.
"Ma soprattutto, e non riguarda i soldi, il piano di Ripresa avrà una clausola di condizionalità che incoraggerà le imprese ad assumere più donne e più giovani", evidenzia spiegando che "dovrà essere presa sul serio: è questo il motivo per cui si chiama clausola di condizionalità". Insomma, "Dobbiamo essere più inclusivi perché, come ha detto prima il presidente Costa - ricorda Draghi - le società inclusive sono resilienti, quelle che non lo sono sono fragili".