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Regionali. Abruzzo, incognita Salvini: se la Lega crolla Marsilio rischia

redazione romana giovedì 7 marzo 2024

La partita Abruzzo è legata a doppio filo a Matteo Salvini. O meglio al risultato della Lega. Se il Carroccio crolla, il centrodestra rischia una nuova Sardegna. Se il Carroccio tiene Marco Marsilio, il governatore uscente e da sempre ascoltato collaboratore di Giorgia Meloni, può fare il bis. Nel centrodestra c'è fiducia. È proprio Salvini a suonare la carica: «Secondo me si vince e si vince bene. Sull'Abruzzo ho scommesso un caffè... Il centrodestra è compatto... Non ci sono stati i litigi, le polemiche e le divisioni che ci sono state in Sardegna». Pure nel centrosinistra c'è fiducia. Il campo largo che si è imposto in Sardegna qui è diventato larghissimo: qui c'è anche Calenda schierato per D'Amico. Mancano meno di cento ore al momento della verità e la partita pare incerta. Elly Schlein gira l'Abruzzo e azzarda: «È cambiato il clima, c'è molta fiducia e speranza attorno alla coalizione che sostiene Luciano D'Amico, che mette insieme tutte le forze alternativa alla destra». Parole a parte le due coalizioni hanno questioni da risolvere. Il centrodestra sa che i numeri della lega saranno vitali per Marsilio. E il centrosinistra sa che le grane in Basilicata dove si voterà il 21 e 22 aprile vanno risolte prima di domenica. Perchè andare alle urne con la grana Basilicata aperta non sarebbe un bel segnale.

Conte e Meloni continuano a cercare (per ora senza risultati veri) un candidato capace di unire il centrosinistra. E una strada condivisa per superare le tensioni su Angelo Chiorazzo, manager del terzo settore e fondatore della cooperativa Auxilium, che sfida i 5 stelle e dice di non avere nessuna intenzione di farsi da parte. Elly Schlein si fa domande e si da risposte: «La coalizione ampia dell'Abruzzo sia la strada? Assolutamente sì. Siamo testardamente unitari. Le persone ci chiedono di costruire un'alternativa. Anche in Basilicata? Siamo impegnati anche lì, c'è una discussione in corso. La priorità è costruire coalizioni competitive per battere la destra». Da un campo all'altro. Antonio Tajani, vicepremier e capo di Forza Italia, evita di legare i destini di governo e maggioranza a quelli dell'Abruzzo. «Le regionali sono sempre voti locali. Si vota per eleggere il presidente della Regione e i consiglieri regionali in Abruzzo. Poi c'é un voto che sarà voto di partiti e non disgiunti dal voto per il presidente quindi da questo punto di vista sono assolutamente ottimista. Poi si canta vittoria quando si vincono le elezioni, non a campagna elettorale in corso». Meloni ci crede. E Tommaso Foti, il capo dei deputati di Fratelli d'Italia, prova a spingere il governatore: «Marsilio ha governato bene in questi 5 anni, ma soprattutto è stato eletto proprio in opposizione ai disastri che hanno combinato le sinistre in Abruzzo. L'esempio principale è la sanità che in quella regione era disastrata: con la presidenza Marsilio ci sono state 6500 assunzioni; sono stati destinati 60milioni all'ospedale di Chieti, 120 per quello di Teramo, è stata avviata la realizzazione di due nuovi ospedali per 388milioni ad Avezzano, Vasto e Lanciano oltre alla nuova centrale operativa del 118 a L'Aquila. Se poi vogliamo analizzare l'abruzzesità di Marsilio, è di famiglia abruzzese da sette generazioni». Una difesa forte ma una sfida tutt'altro che chiusa.