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Femminicidio. Giovane donna uccisa in strada a Bergamo: «Aiuto, mi accoltellano»

Marco Birolini martedì 30 luglio 2024

Il luogo dell'aggressione a Terno d'Isola

All’una di notte di martedì Terno d’Isola soffoca nel caldo, come tutta la Bassa bergamasca. Sharon Verzeni decide di uscire da sola a fare due passi, qualcuno dice che fosse sua abitudine. Non riusciva a dormire per l’afa, oppure doveva incontrare qualcuno? Nel paese deserto viene aggredita da qualcuno all’improvviso. La colpiscono con alcune coltellate al torace e alla schiena.

Il motivo è un mistero: non si sa se si sia trattato di una rapina finita male, di una lite con un conoscente poi degenerata, di un’aggressione a sfondo sessuale, oppure di un raptus di uno squilibrato. Tutte le ipotesi, nella tarda serata di ieri, erano ancora aperte.

La vittima, che aveva studiato da estetista ma lavorava in un bar della vicina Brembate, è riuscita a richiamare l’attenzione di alcuni passanti, che poi hanno chiamato il 112: «Aiuto, mi hanno accoltellata» ha avuto la forza di gridare. Secondo un’altra versione, sarebbe stata lei stessa a comporre per prima il numero di emergenza. Nessuno però sembra aver visto l’assassino, nessuno a quanto pare ha notato né sentito nulla. Comprensibile, vista la tarda ora della notte: Terno d’Isola è un piccolo centro come tanti, che dopo cena si svuotano. In più, molti abitanti in questo periodo sono in ferie. Possibile che la povera Sharon conoscesse il suo assassino? Non si può sapere, perché dopo la feroce aggressione non sarebbe stata in grado di fornire indicazioni utili ai soccorritori.

Sul posto sono arrivate in pochi minuti le pattuglie e un’ambulanza: la 33enne è stata trasportata d’urgenza all’ospedale papa Giovanni XXIII di Bergamo, ma è morta martedì mattina. Troppo gravi le ferite riportate, che gli avevano provocato una copiosa e fatale emorragia.
Un delitto atroce, l’ennesimo femminicidio, che per il momento presenta contorni tutti da chiarire, a partire dal motivo che l’aveva spinta a uscire a un’ora così tarda. Sharon viveva con il compagno, che negli istanti in cui si è consumato il delitto - secondo quanto risulta dai primi accertamenti - era in casa. L’abitazione della coppia è stata sottoposta a sequestro dalla procura per consentire tutti i rilievi che potrebbero contribuire a risolvere il rebus. I carabinieri stanno passando al setaccio le telecamere comunali: l’aggressione è avvenuta in una via centrale del paese, l’occhio elettronico potrebbe aver immortalato il killer.
Intanto il sindaco di Terno d’Isola Gianluca Sala ha lanciato un appello a non buttare rifiuti fino al 3 agosto per aiutare le indagini. Anche la piattaforma ecologica è stata temporaneamente chiusa. Nei cassonetti potrebbe essere stata gettata l’arma del delitto o qualche altro elemento utile alle indagini, magari un indumento insanguinato. Sala, che ha espresso il cordoglio dell’amministrazione, ha pregato «l’intera cittadinanza di rispettare la privacy dei suoi cari in questo momento di dolore». Un invito a evitare curiosità morbose e, probabilmente, un messaggio indiretto anche ai media, affinché affrontino con misura il racconto della vicenda.
«Il nostro Comune ribadisce la massima collaborazione alle indagini delle Forze dell’Ordine - ha continuato Sala -. Abbiamo già messo a disposizione degli inquirenti i filmati delle telecamere di videosorveglianza comunali. Ci auguriamo che un simile gesto non rimanga impunito. Confidiamo nell’operato delle Forze dell’Ordine, che ringraziamo per la prontezza, la professionalità e la sensibilità dimostrate».
Le indagini procedono a ritmo serrato, ma per ora - precisano i carabinieri - non ci sono persone indagate. La dinamica è tutta da ricostruire, l’assassino non sembra per ora riconducibile alla cerchia di affetti e amicizie della vittima. Un caso in apparenza indecifrabile. Gli investigatori non si sbilanciano e parlano di «fase estremamente delicata che richiede il massimo riserbo e non consente di disvelare ulteriori particolari. Chi fosse in possesso di informazioni utili potrà rivolgersi al comando di Bergamo al numero 035 22771»