Attualità

La Giornata. Sempre più giovani donano sangue, ma mancano medici che lo raccolgano

Costanza Oliva venerdì 14 giugno 2024

Sacche di sangue donato per le trasfusioni

La prima cosa che ha fatto Sara Dell’Aquila non appena è diventata maggiorenne è stata andare a donare il sangue. «Avevo un po’ di timore, ma volevo farlo da tanto. È una bella sensazione: è un piccolo gesto ma con cui puoi davvero aiutare gli altri», ricorda emozionata. Non è certo da tutti decidere di spegnere così le candeline dei 18 anni, ma è una storia che racconta qualcosa di un fenomeno più ampio. E a confermarlo sono i dati appena diffusi dal Centro nazionale sangue in occasione della Giornata mondiale del donatore di sangue che si celebra oggi. Per la prima volta da dieci anni aumentano le donazioni di sangue, anche tra i giovani. Nel 2023, i donatori nella fascia d'età tra i 18 e i 45 anni sono 7mila in più rispetto all'anno precedente. Quando quella domenica di esattamente due mesi fa – era il 14 aprile – Dell’Aquila è andata nel centro trasfusionale di Oria (nel Brindisino) non era sola. Con lei c’erano tutti i suoi compagni di classe del quarto anno del liceo scientifico “Vincenzo Lilla”. Dell’Aquila si è avvicinata ad Avis, l’Associazione volontari italiani del Sangue che copre circa il 70% delle donazioni totali, proprio grazie alla scuola: «Abbiamo organizzato delle giornate in cui i volontari e il personale sanitario hanno spiegato a me e ai miei compagni il percorso che compie il sangue una volta raccolto e come vengono separati e lavorati i suoi componenti». E aggiunge soddisfatta: «Quello stesso giorno altri due ragazzi hanno donato insieme a me per la prima volta».


Una mobilitazione che anche quest’anno ha permesso di raggiungere l’autosufficienza. Il presidente di Avis, Gianpietro Briola, ricorda: «Il sangue per legge può venire solo dalle donazioni dei cittadini volontari non remunerati. Non c’è altra possibilità di ottenerlo». È quindi solo grazie alla generosità dei tanti donatori se è stato possibile fare circa 2 milioni e 837mila trasfusioni ad una media di 1.748 pazienti al giorno. E per quanto riguarda il plasma, si è stabilito un nuovo record di raccolta nella storia italiana: oltre 880mila chili inviati all'industria farmaceutica per la produzione di plasmaderivati. Ma, nonostante l'aumento del 4% registrato nel 2023, l'obiettivo dell'autosufficienza in materia di plasmaderivati resta ancora lontano. A pesare è il fortissimo aumento nella richiesta di questo tipo di farmaci, in particolare delle immunoglobuline. Nonostante il livello record della raccolta, le donazioni in Italia hanno infatti coperto solo il 62% del fabbisogno di immunoglobuline. Buoni, quindi, i risultati ma c’è ancora tanto da fare. Intanto, bisogna affrontare la questione del cambio generazionale. «Con i giovani – racconta Briola – cominciamo a fare un po’ di fatica: non perché non abbiano voglia di donare, ma perché ci sono alcune problematiche. La prima è sicuramente quella legata al calo demografico, che sui ventenni si fa sentire in modo inequivocabile». Continua: «C’è poi un problema di organizzazione e gestione delle raccolte. In molti comuni i centri sono aperti solo durante la mattina dal lunedì al venerdì, e questo non permette a molti ragazzi di avvicinarsi alla donazione. Bisognerebbe rendere i centri un po’ più flessibili». E aggiunge: «Poi, certamente, un altro tema rilevante è la mancanza di personale medico-sanitario». Una carenza che incide notevolmente sulla quantità e frequenza dei processi di raccolta e trattamento del sangue e del plasma.

Numerose le iniziative in programma oggi e nei prossimi giorni su tutto il territorio nazionale per sensibilizzare nuovi potenziali donatori. Tra queste anche l'osservatorio Globuli rosa, un viaggio attraverso le possibilità e gli ostacoli delle donatrici italiane per indagare, attraverso una ricerca condotta da Doxa, le motivazioni per le quali le donne in Italia, in particolare le over 30, donano meno che in altri Paesi. Ai tanti appelli si aggiunge anche quello della giovane Dell’Aquila: «È necessario capire che è qualcosa di davvero importante: donando il sangue, salvi la vita».