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La smentita. La Diocesi di Verona: nessun «licenziamento» dell’insegnante di religione

Redazione Internet venerdì 1 luglio 2022

Studenti del Liceo Maffei di Verona durante un'assemblea

«Non c’è nessuna procedura di licenziamento in corso da parte del Servizio diocesano per l’Irc (Insegnamento religione cattolica, ndr) nei confronti del sacerdote Marco Campedelli».

È perentoria la smentita della Diocesi di Verona della notizia circolata il 30 giugno che aveva suscitato molte polemiche (e il giorno successivo ha spinto alcune centinaia di persone a manifestare in piazza Dante in segno di solidarietà al sacerdote).

In una nota firmata dal direttore del Servizio diocesano per l’Irc don Domenico Consolini si precisa che «il professore don Marco è incaricato annuale, con contratto che parte dal 1° settembre dell’inizio dell’anno scolastico e scade il 31 agosto dell’anno seguente».

Di conseguenza il professore «è ancora pienamente in servizio come docente di religione presso il Liceo Maffei». A chi ha messo in circolazione la voce del presunto allontanamento – che sarebbe addirittura avvenuto con una semplice telefonata – Consolini chiede trasparenza: se «ha qualche documento che attesta tale licenziamento, a questo punto lo esibisca o altrimenti l’amore per la verità e l’onore della professione richiederebbero una sua ritrattazione».

Don Marco Campedelli - Dal profilo Facebook del Liceo Maffei

Ma non finiscono qui, secondo la diocesi, le inesattezze della notizia fatta circolare sulla misura che sarebbe stata assunta dalla Curia veronese per le posizioni assunte dal sacerdote docente di religione tramite il sito Adista.it con critiche al vescovo Zenti in merito alla sua lettera al clero diocesano sui criteri di giudizio in campagna elettorale, alla vigilia del ballottaggio per la poltrona di sindaco: «L’assunzione dei docenti di religione – si legge nella nota – segue la procedura fissata con la revisione del Concordato del 1984 e formalizzata con il Dpr 175/12 che recita al punto 2.5: “L’insegnamento della religione cattolica è impartito da insegnanti in possesso di idoneità riconosciuta dall’ordinario diocesano e da esso non revocata, nominati, d’intesa con l’ordinario diocesano, dalle competenti autorità scolastiche ai sensi della normativa statale”».

Un testo dal quale «risulta chiaro che ad assumere e licenziare gli insegnanti non è il Vescovo, ma l’autorità scolastica, e che l’idoneità dell’Ordinario deve essere revocata con una procedura particolare che gli insegnanti di religione conoscono, e non semplicemente con una parola del Vescovo». Inevitabile la conclusione: «Pertanto risultano false le parole “siluramento” e “licenziamento” apparse nell’articolo di Adista.it e anche la generalizzazione conclusiva sul fatto che un docente di religione possa essere privato del lavoro secondo la discrezione del Vescovo non corrisponde a verità. La Chiesa di Verona manifesta in questo modo la sua vicinanza e stima ai docenti di religione e li rassicura che non è in corso alcuna deriva gestionale nei loro confronti».

Rispondendo ai media sulla vicenda di don Marco Campedelli, Il vescovo di Verona, Zanti, sabato ha comunque riaffermato che per svolgere il compito occorre essere in comunione con il proprio vescovo.

Come ribadito poi da una seconda nota diocesana: "Nessuno né della stampa, né delle persone che hanno manifestato in difesa del diritto di don Marco di continuare l'insegnamento della religione cattolica nel liceo Maffei, hanno evidenziato un aspetto fondamentale: cioè che don Marco Campedelli è un sacerdote diocesano". "Il giorno dell'ordinazione, il 13 maggio di 33 anni fa, don Marco ha messo le sue mani nelle mani del Vescovo e gli ha promesso 'filiale rispetto e obbedienza', senza che nessuno lo obbligasse a far questo se non la sua libera coscienza come risposta ad una chiamata dall'alto - si puntualizza - . Il rapporto quindi che lega don Campedelli al Vescovo è di natura non solo pastorale o giuridica, ma anche sacramentale, per chi ci crede. Quindi quando il Vescovo dice che don Marco non è in comunione con lui fa riferimento non solo all'idoneità per l'insegnamento della religione, ma anche a questo aspetto. Don Marco è stato mandato al Maffei 22 anni fa come sacerdote, non come laico. Chiediamoci se il suo antagonismo in nome di una libertà di coscienza svincolata da ogni responsabilità possa oggi configurare ancora la possibilità di una sua riconferma come sacerdote al liceo Maffei".

Lo statuto giuridico degli insegnanti di religione cattolica - prosegue la nota - è particolare, e ci sono docenti assunti a tempo indeterminato in quanto vincitori di concorso, docenti incaricati annuali e supplenti. Don Marco rientra nella categoria degli "incaricati annuali", con contratto stipulato dall'autorità scolastica su proposta dell'Ordinario diocesano e durata dal 1 settembre al 31 agosto dell'anno successivo. Don Consolini si augura "che da qui al primo settembre ci possa essere tutto il tempo perché don Marco Campedelli parli con il Vescovo e attraverso questo 'dialogo' e 'incontro personale' si possano trovare le vie per affrontare e risolvere le dinamiche di divisione di questi giorni".

La nota si chiude con la richiesta "a don Marco di perseguire questa via piuttosto che quella dell'esposizione mediatica, perché si possano trovare dei punti di incontro ed una rinnovata 'intesa e comunione con il Vescovò per lui tanto più importante e necessaria in quanto sacerdote".