«Don Chizzolini chiede scusa, se ne dispiace profondamente e invoca la comprensione di tutti, pronto a dimostrare con i fatti i suoi più intimi sentimenti di apertura e tolleranza. I tempi sono difficili e tutti abbiamo bisogno di serenità, comprensione e stima reciproca. I valori del dialogo pacifico e della convivenza civile impongono di non esacerbare gli animi».
La diocesi di Albenga-Imperia chiude così il caso sulla mancata benedizione del sacerdote alla salma di Aicha, la marocchina uccisa, con altre quattro persone, nello scoppio in una palazzina ad Arnasco, causa fuga di gas. A chiarire e scrivere la parola fine sulla vicenda, l’incontro di ieri mattina in Curia tra il vescovo,
monsignor Guglielmo Borghetti, e don Angelo Chizzolini. «La questione – si legge nella nota diffusa dalla diocesi – ha suscitato tanto clamore nella stampa locale e nazionale e nell’opinione pubblica. Don Chizzolini ha spiegato ordinatamente come sono andate le cose dal giorno stesso della tragedia che ha colpito il caro paese di Arnasco; ha dichiarato la sua piena adesione alla scelta operata dal vescovo di concedere la presenza nella chiesa parrocchiale della salma di Aicha Bellamoudden, per le esequie celebrate in rito cattolico. Peraltro già la sera precedente il sacerdote aveva pregato presso l’obitorio dell’ospedale di Albenga e anche benedetto le salme dei due coniugi». Ovvero Aicha e il marito italiano. Prosegue la nota: don Chizzolini «è rammaricato profondamente che la decisione del vescovo per un gesto di apertura e di piena solidarietà umana e cristiana sia diventata l’occasione per far divampare sentimenti di divisione e polemica. Consapevole che il suo comportamento durante la liturgia delle esequie ha ferito la sensibilità di molti».