Attualità

Giornata mondiale del rifugiato. «Rifugiati, gravi violazioni in Europa»

Andrea Ceredani lunedì 19 giugno 2023

Persone accolte nell'hotspot di Lampedusa

Torturati in campi di detenzione, costretti a odissee senza lieto fine per fuggire dalle guerre, le persecuzioni e le violenze che li funestano a casa. È questo il destino, sotto gli occhi di tutti, di oltre 110 milioni di profughi in tutto il mondo (dati Acnur-Unhcr): solo nel 2022 erano 62,5 milioni gli sfollati interni e oltre 35 milioni i rifugiati. Per loro, martedì 20 giugno si celebrerà la Giornata mondiale del rifugiato. Che arriva proprio nei giorni del tragico naufragio al largo delle coste del Peloponneso, con un bilancio raggelante: oltre 600 dispersi in mare e 80 morti accertate, che si aggiungono alle 26mila degli ultimi dieci anni nel mar Mediterraneo (dati Oim).

«Quest'anno la Giornata mondiale del rifugiato ha il sapore amaro dell'ennesima tragedia - spiega Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente dell'Anci -. Quell'immenso cimitero senza lapidi richiama la responsabilità dei governi nazionali e della Ue sui doveri di accoglienza e di soccorso. È inammissibile assistere inermi alla più grande tragedia di questo secolo».

Impossibile dimenticare anche che a bordo del peschereccio ribaltato era presente un centinaio di minorenni. Che si sarebbe aggiunto alle centinaia di migliaia giunte in Europa negli scorsi anni. Solo in Italia, spiega Unicef, sono stati oltre 100mila i minori stranieri non accompagnati giunti via mare dal 2014, 6mila solo nei primi mesi di quest'anno. «Si tratta di bambini spesso in fuga da conflitti o violenze - si legge in una nota -. Questi dati sono probabilmente destinati a salire nei prossimi mesi per le crisi e i disastri climatici che affliggono molti Paesi».

Un difficile rifugio in Europa

«Sono colpita dall'allarmante livello di tolleranza nei confronti delle gravi violazioni dei diritti umani dei rifugiati, richiedenti asilo e migranti che si è sviluppato in tutta Europa - sostiene da Lampedusa la commissaria per i diritti umani del Consiglio d'Europa Dunjia Mikatovic -. Le notizie di violazioni dei diritti umani dei rifugiati sono così frequenti che difficilmente vengono registrate nella coscienza pubblica». Ma la situazione è ancora peggiore per chi quell'esito positivo lo sta ancora attendendo.

I permessi di protezione concessi dall'Unione europea nel 2022 sono stati 384.245. Il 40% in più del 2021. Un numero, fornito dalla Fondazione Ismu sulla base dei dati Eurostat, che comprende chi ha ottenuto lo status di rifugiato (44%), gli accolti con protezione sussidiaria (31%) e i beneficiari di protezione umanitaria (25%). Tutti vengono concessi a cittadini stranieri perseguitati nel loro Paese per motivi di razza, religione, nazionalità o opinione politica. Ma se lo status di rifugiato è permanente, gli altri sono solo temporanei.

In Italia, quasi ogni anno, si registra una netta prevalenza di protezioni umanitarie: oltre la metà nel 2022. Secondo Ismu, il motivo sta nella nazionalità dei richiedenti asilo nel nostro Paese: bengalesi, pakistani, egiziani, tunisini e nigeriani. Per loro, numericamente maggioritari in Italia, è più difficile ottenere una protezione forte (come lo status di rifugiato) rispetto ad afghani, siriani, e colombiani. Più diffusi in altri paesi Ue. In totale, Roma ha respinto il 45% delle domande esaminate nel 2022 (oltre 72mila), con un tasso inferiore rispetto alla media Ue di ben nove punti percentuali. Dopo Germania e Francia, l'Italia è il terzo paese dell'Unione per numero di permessi di protezione rilasciati. Per l'anno in corso, i dati non sono più incoraggianti: di pari passo con gli sbarchi, infatti, nel primo trimestre del 2023 le richieste di asilo sono aumentate del 72% rispetto ai primi mesi del 2022.

Migliaia di assunti e accolti in famiglia

In effetti, troppo spesso i volti dietro a questi numeri sono dimenticati. O non sono mai stati conosciuti. Perciò giovedì prossimo nella basilica di Santa Maria in Trastevere a Roma la Comunità di Sant'Egidio ospiterà alcuni di loro, assieme al presidente della Conferenza episcopale italiana il cardinale Matteo Maria Zuppi, per una veglia ecumenica di preghiera intitolata "Morire di speranza". Non solo. Anche le grandi aziende hanno deciso di spendersi per la causa: Amazon, Hilton e Marriot sono solo alcune delle imprese che si sono impegnate da oggi nel reclutamento di 13.680 rifugiati nei prossimi tre anni. «L'insieme più importante di impegni mai assunti dalle imprese per far progredire l'integrazione economica dei rifugiati», annuncia l'ong "Tent partnership for refugees" che ha organizzato l'evento di lancio dell'iniziativa.

Domani sarà anche l'occasione per Refugees Welcome Italia, in prima fila da anni nell'integrazione di persone rifugiate, di fare il bilancio della propria attività. Oltre 780 persone accolte in famiglia a cui è stata cambiata la vita. Solo nell'ultimo anno, dall'Ucraina sono state inserite in nuclei italiani ben 425 persone, di cui circa 200 minori. Si tratta per la maggior parte di donne con minori o giovani arrivati da soli. A distanza di soli sei mesi dall'avvio del percorso, la metà di loro ha migliorato il proprio livello di conoscenza della lingua italiana e un quarto ha già sottoscritto un contratto di lavoro.