Attualità

Montecitorio. Dl carceri, oggi il voto alla Camera

Vincenzo R. Spagnolo mercoledì 5 febbraio 2014
È previsto per oggi il voto della Camera sul decreto legge per ridurre il sovraffollamento carcerario, che martedì ha superato il primo scoglio della fiducia, con 347 sì contro 200 no. Ieri, in un clima di tensione e scontro dialettico fra maggioranza e opposizione, le votazioni sugli ordini del giorno sono proseguite fino alle 20, giungendo al numero 69 sui 120 inizialmente presentati. Stamani l’Aula proseguirà nell’esame dei rimanenti Odg, per poi passare alle dichiarazioni di voto finali, previste per le 12 in diretta tv. La contrarietà delle opposizioni resta forte, come conferma la raffica d’interventi in Aula: «Ci piacerebbe portare alla decadenza il decreto carceri con l’ostruzionismo, ma i tempi sono a favore del governo – afferma il deputato 5Stelle Federico D’Incà –. Speriamo che il testo possa essere migliorato dal nostro gruppo in Senato», dove il dl approderà nei prossimi giorni per il voto definitivo di conversione (in caso contrario, la sua efficacia terminerà il 21 febbraio). Dura anche la Lega: «Ogni giorno il governo Letta apre le porte delle galere a 30 criminali, a fine mese saranno oltre 1.600 i ladri, piccoli spacciatori, stalker messi in libertà», attacca il deputato leghista Davide Caparini, mentre il collega di partito Gianluca Buonanno, dopo le manette agitate martedì davanti al Guardasigilli Annamaria Cancellieri, si "guadagna" l’espulsione dall’emiciclo per aver alzato un cartello contro il «Pd complice dei mafiosi». Dopo due richiami, il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio (M5S), lo fa allontanare. Poi Buonanno chiede di essere riammesso con la promessa di non turbare più i lavori e la presidente Laura Boldrini, in via del tutto «eccezionale», lo "perdona". In serata però, i leghisti tornano a sventolare cartelli («Clandestino è reato»), stavolta in dissenso con un ordine del giorno grillino. Granitica invece la posizione del Pd, a sostegno del provvedimento: «Un conto è l’ostruzionismo, un altro è sentire sproloqui e citazioni farlocche. Convertire questo decreto è un obbligo che deriva dalla coscienza e da una sentenza dell’Europa. E parlare di indulto mascherato è disonestà intellettuale – dice la presidente della commissione Giustizia Donatella Ferranti, sferzando M5S e Lega –. Il testo su cui è stata votata la fiducia, checché ne dicano gli apocalittici dello sfascio, contempera garanzie umanitarie ed esigenze di sicurezza». Gli fa eco, nel Pd, Edoardo Patriarca: «Non ho mai sentito tante baggianate come oggi. L’opposizione non ha argomenti e per l’ennesima volta punta al caos».