Senato. Il governo incassa la fiducia. Dai rom alle tasse, ecco cosa ha detto Conte
Alle 20.45 di sera si compie il primo passo del governo Conti. Il Senato vota la fiducia con 171 sì, 117 no e 25 astenuti. 4 i voti superiori ai numeri della maggioranza politica (167 senatori) e 10 in più rispetto alla maggioranza assoluta (161). Ai 58 voti favorevoli della Lega e 109 del Movimento 5 stelle si aggiungono infatti i già previsti 2 voti dei senatori eletti all'estero del Maie, Ricardo Antonio Merlo e Adriano Cario, e i 2 voti degli ex grillini Maurizio Buccarella e Carlo Martelli. Tra i 25 astenuti, sei componenti del gruppo Per le Autonomie e due senatrici a vita, Cattaneo e Segre, oltre ai senatori di Fratelli d'Italia. I no provengono dal Pd, da Leu e da Forza Italia.
Domani, mercoledì, sarà la volta della Camera, dove la votazione è prevista per metà pomeriggio.
Il programma "del cambiamento"
C'è di tutto nel programma presentato in mattinata al Senato dal premier Giuseppe Conte. Un programma del cambiamento che spazia dalla giustizia con inasprimento pene per i corrotti e il potenziamento della legittima difesa, ad un'Europa più equa (senza abbandonarla), alla permanenza nella Nato ma strizzando l'occhio alla Russia a cui vanno tolte le sanzioni fino ad un vero e proprio patto sociale e al taglio delle pensioni d'oro. Alcuni applausi sono arrivati dai banchi di M5s e Lega e qualche mormorio (subito sedato con un gesto da Matteo Renzi intento a prendere appunti) da quelli dei dem.
Il premier ha assicurato la massima apertura delle forze che compongono il governo verso qualunque dei partiti dell'arco parlamentare che si riconoscano nel contratto del cambiamento. E chi farà opposizione, chiede Conte, lo faccia «in modo leale». Infine un pensiero ai terremotati del Centro Italia assicurando che la prima uscita pubblica sarà dedicata a loro. Ora la seduta è sospesa, si riprende nel pomeriggio con le dichiarazioni di voto e il voto di fiducia a Palazzo Madama intorno alle 18. Poi domani si replica a Montecitorio.
IL NODO DEI SOTTOSEGRETARI di Marco Iasevoli
IL TESTO DEL DISCORSO DEL PREMIER
Le premesse di Conte
Primo riferimento del discorso programmatico al presidente della Repubblica per aver gestito un inizio «non semplice» inizio di un governo, assunto «con questo spirito e questa consapevolezza» da due forze politiche e da Giuseppe Conte con incarico assunto «con umiltà e determinazione». Il premier ricorda che è necessario «offrire risposte concrete ai bisogni dei cittadini: la crescente disattenzione verso le istituzioni e la perdita di prestigio devono spingere a tutti a un supplemento di responsabilità che passa attraverso una maggiore apertura alle istanze reali che vengono da chi vive fuori da questi Palazzi. L'autorevolezza del governo e del Parlamento non possono basarsi solo sui compiti affidati loro dalla Carta istituzionale ma devono essere conquistati giorno dopo giorno operando con disciplina e onore e mettendo da parte le convenienze».
Assume perciò questo compito con umiltà ma anche con determinazione Conte, «con la consapevolezza dei miei limiti ma anche con la passione e l'abnegazione di chi comprende il peso delle altissime responsabilità a me affidate. Sono profondamente onorato di poter offrire il mio impegno e le mie competenze per poter difendere l'interesse dei cittadini di questo meraviglioso Paese»
Poi un riferimento a chi accusa il governo giallo-verde di essere populista. «Ci prendiamo la responsabilità di affermare che ci sono politiche vantaggiose o svantaggiose per i cittadini - dice Conte - le forze politiche che integrano la maggioranza di governo sono state accusate di essere populiste e antisistema. Se populismo è attitudine ad ascoltare i bisogni della gente, allora lo rivendichiamo».
I temi del discorso
Giustizia. Tra i temi toccati dal governo del cambiamento c'è anche «una giustizia rapida ed efficiente e dalla parte dei cittadini, con nuovi strumenti come la class action, l'equo indennizzo per le vittime di reati violenti, il potenziamento della legittima difesa. Aumenteremo fondi, mezzi e dotazioni per garantire la sicurezza in ogni città», la rassicurazione del premier.
Poi scende nei dettagli. I nuovi strumenti legislativi immaginati sono «la class action, l'equo indennizzo per le vittime di reati violenti, il potenziamento della legittima difesa. Cambia che metteremo fine al business dell'immigrazione, cresciuto a dismisura sotto il mantello di una finta solidarietà».
Lavoro. «È ora di dire che i cittadini italiani hanno diritto a un salario minimo orario, affinché nessuno venga più sfruttato - continua Conte - che hanno diritto a un reddito di cittadinanza e a un reinserimento al lavoro qualora si ritrovino disoccupati, che hanno diritto a una pensione dignitosa». E il fisco, visto che i cittadini «hanno diritto a pagare in maniera semplice tasse eque. C'è di nuovo che il debito pubblico lo vogliamo ridurre, ma vogliamo farlo con la crescita della nostra ricchezza, non con le misure di austerità che, negli ultimi anni, hanno contribuito a farlo lievitare». Poi le pensioni: «Le cosiddette pensioni d'oro sono un esempio di ingiustificato privilegio che va contrastato. Interverremo sugli assegni superiori ai 5.000 euro netti mensili nella parte non coperta dai contributi versati».
Corruzione. Cosa il nuovo governo vuole fare per attuare il cambiamento? «Combatteremo la corruzione con metodi innovativi come il "daspo" ai corrotti e con l'introduzione dell'agente sotto copertura», precisa Conte. Se anche realizzassimo solo le innovazioni appena enunciate, i cittadini percepirebbero immediatamente che «il vento nuovo non ha soffiato invano. Percepirebbero che il vento del cambiamento sta soffiando dappertutto - aggiunge il presidente del Consiglio - nelle grandi città e nei piccoli comuni. Percepirebbero che la loro qualità della vita è migliorata e si sentirebbero anche più uniti e orgogliosi di vivere in questo nostro bellissimo Paese. Questo è in definitiva il nostro obiettivo».
Politica estera. Niente scossoni negli equilibri internazionali. «Intendiamo ribadire la convinta appartenenza del nostro Paese all'Alleanza atlantica, con gli Stati Uniti d'America quale alleato privilegiato - assicura - Saremo fautori di una apertura alla Russia, che ha consolidato negli ultimi anni il suo ruolo internazionale in varie crisi geopolitiche. Ci faremo promotori di una revisione del sistema delle sanzioni, a partire da quelle che rischiano di mortificare la società civile russa». E guardando al nostro continente, Conte sottolinea che «l'eliminazione del divario di crescita tra l'Italia e l'Unione Europea è un nostro obiettivo, che dovrà essere perseguito in un quadro di stabilità finanziaria e di fiducia dei mercati». Serve insomma, secondo lui, un «adeguamento della governance» della Ue. L'Europa infatti «è la nostra casa - il passaggio successivo - Quale Paese fondatore abbiamo il pieno titolo di rivendicare un'Europa più forte e anche più equa, nella quale l'Unione economica e monetaria sia orientata a tutelare i bisogni dei cittadini, per bilanciare più efficacemente i principi di responsabilità e di solidarietà».
Conflitto d'interessi. Il programma M5s-Lega su questo fronte è chiaro. «Rafforzeremo la normativa attuale in modo da estendere le ipotesi di conflitto fino a ricomprendervi qualsiasi utilità, anche indiretta - spiega Conte - che l'agente possa ricavare dalla propria posizione o dalla propria iniziativa. Occorre rafforzare, inoltre, le garanzie e i presidi utili a prevenire l'insorgenza di potenziali conflitti di interesse», sottolineando come il conflitto di interessi sia «un tarlo che mina il nostro sistema economico-sociale».
Sociale. Il premier a Palazzo Madama ha parlato di un vero e proprio patto sociale, fondato sull'equità e la solidarietà. «L'obiettivo del governo è assicurare un sostegno al reddito a favore delle famiglie più colpite dal disagio socio-economico», entra nel dettaglio, un beneficio «commisurato alla composizione del nucleo famigliare» e «condizionato alla formazione professionale e al reinserimento lavorativo». Per questo in una prima fase, l'obiettivo è quello di rafforzare i centri per l'impiego per
«sollecitare l'incontro tra domanda e offerta di lavoro con la massima efficienza e celerità possibili. Nella seconda fase, verrà erogato il sostegno economico vero e proprio».
Migranti. Primo banco di prova del nuovo modo di dialogare con i partner europei sarà proprio il tema dell'immigrazione. «La gestione dei flussi finora è stata un fallimento - ammette Conte - l'Europa ha consentito chiusure egoistiche di molti Stati che hanno scaricato, in primo luogo sul nostro Paesi, oneri e difficoltà». Per questo, «chiederemo con forza il superamento del Regolamento di Dublino per ottenere l'effettivo rispetto dell'equa ripartizione delle responsabilità e realizzare sistemi automatici di ricollocamento obbligatorio dei richiedenti asilo». Poi la precisazione: «Non siamo e non saremo mai razzisti». Infine strappa l'applauso bipartisan nel passaggio riferito a Sacko Soumayla, il sindacalista straniero ucciso in Calabria. «Non siamo affatto insensibili - spiega - Sacko Soumayla è stato ucciso con un colpo di fucile: era uno tra i mille braccianti, con regolare permesso di soggiorno, che tutti i giorni in questo paese si recano al lavoro in condizioni che si collocano al di sotto della soglia della dignità». A lui e ai suoi familiari va «il nostro commosso pensiero - il seguito del ragionamento - Ma questo non basta. La politica deve farsi carico del dramma di queste persone e garantire percorsi di legalità, che costituiscono la stella polare di questo programma di governo».
Fisco. Su questo fronte, dice Conte, «ci ripromettiamo di introdurre misure rivoluzionarie che conducano a una integrale revisione del sistema impositivo dei redditi delle persone fisiche e delle imprese». L'obiettivo è la flat tax, ovvero una riforma fiscale caratterizzata dall'introduzione di «aliquote fisse, con un sistema di deduzioni che possa garantire la progressività dell'imposta, in piena armonia con i principi costituzionali». In più, c'è «un concetto deve essere qui ribadito con assoluta chiarezza - continua il premier - occorre inasprire l'esistente quadro sanzionatorio amministrativo e penale, al fine di assicurare il carcere vero per i grandi evasori».
Sanità. l documento di economia e finanza, è stato già deliberato prevede - ricorda il premier - «una contrazione della spesa sanitaria. Sarà compito di questo governo invertire questa tendenza per garantire la necessaria equità nell'accesso alle cure». Le differenze socioeconomiche infatti non possono, secondo lui, «non devono risultare discriminanti ai fini della tutela della salute per i
cittadini del nostro Paese». Il programma è dunque quello di perseguire «una maggiore efficienza nell'erogazione dei servizi, sia in ordine ai volumi, alla qualità e agli esiti delle cure, sia in ordine alla gestione dei conti».
Terzo Settore. «L'azione di governo sarà sensibile anche al principio di sussidiarietà, che impone di limitare l'azione dei pubblici poteri quando l'iniziativa dei privati, singoli oppure organizzati in strutture associative, possa rivelarsi più efficiente».
La discussione in Aula
Nel pomeriggio durante la discussione generale non ci sono state grandi novità rispetto all'allargamento della maggioranza. Dal senatore a vita, ed ex premier, Mario Monti è arrivato l'invito all'umiltà. Il governo Conte «nella sua interezza» deve mostrare «più umiltà e realismo» nei confronti del Paese, dice durante il suo intervento annunciando un voto contrario, altrimenti rischia di fargli subire «l'umiliazione della Troika». Si orienterà per l'astensione la senatrice a vita Liliana Segre, che dice: «Valuterò volta per volta le scelte del governo senza alcun pregiudizio". Da lei, inoltre, è arrivato un duro attacco all'ipotesi di leggi speciali per rom e sinti, paventata durante il discorso da Conte. «Mi rifiuto di pensare che la nostra civiltà democratica sia sporcata da leggi speciali» nei
confronti di Rom e Sinti: «se accadrà mi opporrò con tutte le forze».
Nessuna risposta positiva alla mano tesa da Conte ai partiti che si vorranno aggiungere alla maggioranza nemmeno da Fdi. «Noi non facciamo parte di questa maggioranza, non daremo il voto di fiducia ma crediamo di essere un partito di patrioti che antepone l'interesse nazionale a qualsiasi altro argomento», sottolinea Ignazio La Russa (Fdi), durante il dibattito in Senato, confermando l'astensione di Fratelli d'Italia in occasione del voto di fiducia al governo Conte.
Opposizione, ma con rispetto, arriva anche dal senatore dem Matteo Renzi, che definendo Conte «un collega» perché un premier non eletto, sottolinea che «il presidente del Consiglio dei ministri non avrà la nostra fiducia, ma avrà sempre il nostro rispetto». Dentro e fuori dall'aula, anche se il Pd è stato chiaro che non farà sconti al nuovo governo. Poi rivolgendosi a Luigi di Maio, l'ex segretario dei democratici si toglie qualche sassolino dalla scarpa: «Avete fatto la storia almeno 80 volte in 89 giorni, lei ha detto lo Stato siamo noi, ma lei non è lo Stato, voi siete il potere e tocca a voi. Non avete più alibi, siete l'establishment».