Disastro aereo. I coniugi "missionari" morti in Etiopia
Giacomo Gambassilunedì 11 marzo 2019
Carlo Spini (Fotogramma)
«In una società segnata dagli egoismi, ringraziamo il cielo per averci fatto incontrare due persone che sono stati esempi di generosità cristiana e di dedizione al prossimo».Monsignor Giancarlo Rapaccini, parroco del Duomo di Sansepolcro, ricordaCarlo Spini e la moglie Gabriella Vigiani, i coniugi “missionari” in Africa morti nel disastro aereo in Etiopia.Medico lui, infermiera lei, erano originari del Fiorentino ma trasferiti da anni nella città in provincia di Arezzo dove sono nati i quattro figli. «Figli che ho incontrato in queste ore – spiega monsignor Rapaccini -. Sono provati dal dolore ma sereni perché, dicono, i genitori sono morti facendo ciò che amavano: aiutare l’altro sofferente». Gli Spini erano impegnati nella parrocchia di San Paolo dove Gabriella è stata catechista.
«Due anime elette, di una cordialità straordinaria, animate da grande senso del servizio», affermal’ex parroco don Zeno Gori. Adesso lui è cappellano dell’ospedale di Sansepolcro in cui i due coniugi hanno lavorato a lungo e dove il sacerdote ha organizzatouna Messa in loro suffragio giovedì alle 15.30. «Da quando erano in pensione – sottolinea don Zeno – si dedicavano alla loro seconda famiglia: l’Africa. Anche la parrocchia aveva sostenuto le loro iniziative con alcune raccolte di fondi». Perché tramitel’associazione bergamasca “Africa tremila”si dedicavano all’assistenza sanitaria dei più poveri.
«Non erano eroi – confidail figlio maggiore degli Spini, Andrea– ma persone che si donavano al prossimo con la gioia nel cuore». E aggiunge: «In passato mio padre si era ammalato in modo serio di febbre tifoide. Una volta guarito, era voluto tornare in Africa. Che cosa ci lasciano i nostri genitori? Lo stare insieme e condividere gioie e difficoltà». Ladiocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcrorenderà loro omaggio conun momento di preghiera nella Cattedrale di Arezzo.