Attualità

Legge di stabilità. Disabili, fondi ridotti di un quarto

Antonio Maria Mira giovedì 23 ottobre 2014
La scure dei tagli della Legge di stabilità cala anche sui disabili e sulle loro famiglie. Ben 100 milioni in meno nel Fondo per la non autosufficienza, cioè 250 invece di 350, e altri 17 milioni nel Fondo per le politiche sociali, che scenderebbe così a 300 milioni. Gli ennesimi tagli per questi fondi così importanti per una vera politica di autonomia per i disabili, ma insufficienti. Sempre più insufficienti. La loro storia é, infatti, più di riduzioni che di incrementi. Proprio per questo oggi alcune delle principali associazioni del mondo dell’handicap incontreranno i sottosegretari al Welfare, Salute e Finanze per scongiurare questo taglio contenuto nell’articolo 17 della bozza della Stabilità circolata in questi giorni, ma anche per rilanciare, chiedendo che il Fondo per la non autosufficienza sia invece incrementato a 1 miliardo, «una cifra ragionevole per quello che finora è risultato l’unico strumento di politiche di inclusione per i disabili gravi», spiega Carlo Giacobini, consulente della Federazione italiana per il superamento dell’handicap (Fish), presente all’incontro. Le associazioni si appellano allo stesso premier perché non si tratta solo di risorse ma di una più profonda azione politica per l’inclusione delle persone con disabilità. «Con tutto il rispetto per il ruolo dei tre sottosegretari – spiega Vincenzo Falabella, presidente della Fish – crediamo che vista l’estrema urgenza e rilevanza dei temi e delle prospettive in gioco, debba intervenire direttamente il presidente del Consiglio del quale chiediamo pubblicamente la presenza al tavolo del 23 ottobre». Un appello al quale Renzi ha risposto con una telefonata spiegando di non poter essere presente perché già impegnato negli altri incontri, ma assicurando che i tre ministeri coinvolti seguiranno con molta attenzione il tema. E sicuramente se ne parlerà anche nell’incontro odierno tra Renzi e le Regioni, che sono chiamate a gestire direttamente quei fondi.  Possibilità di correzioni? Ieri girava una nuova ipotesi di testo che prevedeva una riduzione dei tagli all’autosufficienza a 'solo' 50 milioni. Ma sarebbe comunque l’ennesimo colpo a questo fondo nato nel 2008 col governo Prodi con la dotazione di 300 milioni saliti a 400 nel 2009 e 2010. Nel 2011 viene completamente azzerato dal governo Berlusconi. Dopo una forte campagna delle associazioni, sostenuta da Avvenire, si trovarono 100 milioni ma solo per i malati di Sla, cifra confermata nel 2012 dal governo Monti, che nel 2013 rifinanzia il Fondo ma con appena 275 milioni, saliti nel 2014 a 350 (governo Letta). Ora il nuovo taglio di quasi un terzo, che si tenta di scongiurare. Eppure la spesa per questo fondo risulterebbe un risparmio, evitando ricoveri impropri dei disabili e sostenendo la vita autonoma o in famiglia, e anche un investimento in occupazione, per le persone incaricate di assisterli. Analoga la storia del Fondo per le politiche sociali nato sempre nel 2008 con 929 milioni, scesi a 583 nel 2009, a 435 nel 2010, a 273 nel 2011 per poi precipitare ad appena 70 milioni nel 2012. Una boccata d’ossigeno nel 2013 quando torna a salire a 344 milioni, ma poi nel 2014 nuovo calo a 317. Una discesa che dovrebbe ora proseguire fino a 300. E ricordiamo che questo fondo riguarda l’inclusione di vari soggetti in difficoltà, dai disabili agli immigrati, dagli anziani ai tossicodipendenti.