Scuola superiore. Diploma in quattro anni, parte la sperimentazione
Studenti davanti al liceo classico Beccaria di Milano
Il diploma di scuola superiore in soli quattro anni. È l'obiettivo della sperimentazione che il prossimo anno scolastico coinvolgerà un centinaio di classi in tutta Italia. Classi sia di liceo sia di istituto tecnico. Il via libera al decreto è stato firmato dal ministro dell'Istruzione Valeria Fedeli.
I tentativi di Berlinguer e Moratti
Non è la prima volta che in Italia si parla della riduzione degli anni del percorso della scuola superiore. Ci provò in qualche modo il ministro Luigi Berlinguer nel 2000 con la legge numero 30 del 10 febbraio 2000. in cui si prevedevano due cicli di sei anni: il primo comprendente elementari e medie, il secondo con un'estensione dellle superiori. Ma complessivamente si passava dagli attuali 13 anni (5 elementari, 3 medie e 5 superiori) a 12. Legge che venne abrogata - ancora prima di entrare in vigore - dalla riforma Moratti, che però, rispetto alla sua idea di partenza che prevedeva la riduzione a quattro degli anni delle superiori, non andò nella direzione annunciata, lasciando invariata, con la legge 53 del 28 marzo 2003, la scansione del percorso.Il bando di concorso
Fino ad oggi 12 scuole hanno già sperimentato percorsi quadriennali sulla base di progetti di istituto autorizzati di volta in volta dal ministero di Viale Trastevere. Per rendere maggiormente valutabile l’efficacia della sperimentazione, viene previsto ora un bando nazionale, con criteri comuni per la presentazione dei progetti, che partiranno, appunto, nell’anno scolastico 2018/2019.EDITORIALE Esperimento necessario di Elena UgoliniSecondo quanto comunica lo stesso ministero in una nota le scuole potranno fare domanda dall’1 al 30 settembre. Si potrà attivare una sola classe per scuola partecipante. Un’apposita Commissione tecnica valuterà le domande pervenute. Le proposte - possono candidarsi sia scuole statali sia paritarie - dovranno distinguersi per un elevato livello di innovazione, in particolare per quanto riguarda l’articolazione e la rimodulazione dei piani di studio, per l’utilizzo delle tecnologie e delle attività laboratoriali nella didattica, per l’uso della metodologia Clil (lo studio di una disciplina in una lingua straniera), per i processi di continuità e orientamento con la scuola secondaria di primo grado, il mondo del lavoro, gli ordini professionali, l’università e i percorsi terziari non accademici.