Attualità

DDL SULLA STAMPA. Diffamazione, governo battuto Via libera alla norma "salva-direttori"

giovedì 22 novembre 2012
​Sulla 'salva-direttori' contenuta nel Ddl Diffamazione e presentata dal relatore Filippo Berselli il governo è stato battuto. Il sottosegretario alla Giustizia, infatti, aveva dato parere contrario 'per ragioni tecniche', ma il Senato ha approvato lo stesso la norma, che prevede che per lo stesso reato della diffamazione il giornalista vada in carcere fino a un anno, mentre al direttore e al vicedirettore responsabile tocchi solo il pagamento di una multa fino a 50mila euro. Hanno votato a favore il Pdl, la Lega e Coesione Nazionale. Il Pd ha detto 'no' (ma in molti non hanno preso parte al voto) insieme all'Udc e all'Idv.La reazione è arrivata immediatamente. Lunedì 26 novembre ci sarà lo sciopero generale dei giornalisti di quotidiani, televisioni, agenzie di stampa, periodici, testate web, free lance, uffici stampa "contro il provvedimento sulla diffamazione in discussione al Senato che limita gravemente l'autonomia dell'informazione". Lo ha annunciato il segretario della Federazione della stampa, Franco Siddi. Gerardo D'Ambrosio non partecipa alla votazione e critica pesantemente la norma soprattutto da un punto di vista giuridico. "Ma vogliamo tornare tutti quanti al primo anno di università? - domanda - così com'é scritto questo emendamento è un obbrobrio giuridico. È una sceneggiata incredibile". Berselli difende la sua proposta negando che abbia effetti anche sull'art.57 del codice penale. Secondo lui, infatti, "c'é una diversità sostanziale tra l'autore dell'articolo e il direttore". "Non possiamo abbandonare il relatore ai cannoneggiamenti della sinistra che parlano di attacchi sistematici" è l'invito che rivolge Roberto Castelli al resto del centrodestra dopo aver sostenuto le ragioni della norma che differenzia la pena per giornalisti e direttori. Una differenziazione che il responsabile Giustizia dell'Idv Luigi Li Gotti non esita a definire una "discriminazione". Attacca a testa bassa la norma dicendo che oltretutto penalizza il giornalista radiato che comunque "ha diritto di scrivere se vuole" e annuncia il 'no' del suo gruppo. Anche Francesco Rutelli difende il 'salva-direttori', ma la sua proposta di inserire un registro nelle redazioni per annotare la vera identità degli autori anonimi non passa. Silvia Della Monica si astiene "dal partecipare al voto di questo pasticcio". Achille Serra dell' Udc fa un paragone con il furto: palo e ladro hanno la stessa pena. Perché giornalista e direttore no? Vincenzo Vita (Pd) infine non ha dubbi: "Questo testo è un vero pasticcio e non ha senso".