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Taranto. Ex Ilva, si muore ancora. «Alto il numero di neonati malformati»

Redazione Interni giovedì 6 giugno 2019

Lo stabilimento ex-Ilva di Taranto (foto: Alfonso Di Vincenzo/Kontrolab )

Nel Sin (sito di interesse nazionale) di Taranto «la mortalità generale e quella relativa ai grandi gruppi è, in entrambi i generi, in eccesso. Nella popolazione residente risulta in eccesso la mortalità per il tumore del polmone, mesotelioma della pleura e per le malattie dell'apparato respiratorio, in particolare per le malattie respiratorie acute tra gli uomini e quelle croniche tra le donne». È ciò che emerge dal V Rapporto dello studio epidemiologico Sentieri, pubblicato online da Epidemiologia e prevenzione, rivista dell'Associazione italiana di epidemiologia, che riguarda anche l'area dello stabilimento ex-Ilva del capoluogo pugliese. L'attuale aggiornamento di Sentieri - che per Taranto assume significato nella “guerra” dei dati che dura da giorni sul danno sanitario nell'area - riguarda 45 siti che includono 319 dei circa ottomila comuni italiani, per una popolazione complessiva di 5.900.000 abitanti (dati Censimento 2011). La finestra temporale studiata per mortalità e ricoveri va dal 2006 al 2013.

Nel Sin di Taranto, quanto all'ospedalizzazione, «in entrambi i generi si osservano eccessi per tutti i grandi gruppi di malattia, a eccezione delle malattie degli apparati respiratorio e urinario. I ricoveri per tumore del polmone e mesotelioma e per malattie respiratorie croniche, a priori associati alle esposizioni industriali del sito, sono in eccesso in entrambi i generi». Nel report si parla anche di incidenza oncologica. «Tra le cause per le quali vi è a priori un'evidenza sufficiente o limitata di associazione con le fonti di esposizioni ambientali nel sito risultano in eccesso, nel periodo considerato, il tumore del polmone nelle donne e il mesotelioma pleurico in entrambi i generi».

Per la sezione pediatrico-adolescenziale-giovanile, «il quadro della mortalità generale - viene spiegato - è sostanzialmente in linea o in difetto rispetto all'atteso nelle diverse classi di età considerate, ma l'elevata incertezza delle stime non consente di delineare un chiaro profilo di mortalità». Invece, è alto l'allarme per i bimbi malformati. Nel periodo 2002-2015, si legge nel V Rapporto, che ha analizzato i nati da 25.853 residenti nel Sin di Taranto, «sono stati osservati 600 casi con malformazione congenita (MC), con una prevalenza superiore all'atteso calcolato su base regionale. Sono risultate superiori al numero di casi attesi le MC del sistema nervoso e degli arti. L'eccesso del 24% osservato per le MC dell'apparato urinario è ai limiti della significatività statistica».

Cassa integrazione per 1.400 lavoratori

Intanto, è in corso, in queste ore, nello stabilimento siderurgico ArcelorMittal (ex Ilva) un incontro tra azienda e sindacati per affrontare il tema delle graduatorie relative alle assunzioni e agli esuberi e discutere della Cassa integrazione ordinaria annunciata ieri. Un gruppo di lavoratori protesta con un sit-in davanti all'ingresso della direzione. La Cassa integrazione ordinaria interesserà un numero massimo di circa 1.400 dipendenti al giorno del siderurgico di Taranto per 13 settimane. ArcelorMittal ha detto di dover ricorrere agli ammortizzatori sociali a causa della grave crisi di mercato. La decisione è stata contestata dai sindacati, che hanno parlato di violazione dell'accordo sindacale siglato al Mise l'8 settembre scorso.