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Intervista. Dellabianca: «Sui figli la politica deve trovare coraggio»

Maurizio Carucci mercoledì 18 settembre 2024

Andrea Dellabianca, presidente della Cdo

«Ci speriamo. Era dentro i programmi elettorali. Guardiamo con positività a un tema che per noi è cruciale». Così il presidente della Compagnia delle Opere Andrea Dellabianca commenta la proposta di Giorgetti sulla detassazione alle famiglie con figli.

Come giudica la proposta del ministro?

Speriamo si trovino le risorse. Il compito di un governo è quello di investire nel futuro. Soprattutto in un Paese come il nostro, con una bassa natalità e un welfare a rischio. Lavorare sulla sostenibilità del futuro è una priorità per lo sviluppo dell’Italia e delle nuove generazioni.

Perché in Italia si stenta a far decollare politiche a sostegno di natalità e famiglie?

Dipende dalla capacità di un governo di progettare il proprio futuro. Non si inizia a investire in riforme strutturali se si punta a meccanismi che pensano solo al consenso. Invece bisogna far comprendere la necessità di un cambiamento che è anche culturale. La riforma della scuola e il sostegno a misure in favore delle paritarie possono essere una buona base di partenza. La politica deve saper rischiare.

Il modello francese con il quoziente familiare può essere valido?
Stiamo cercando di capire qual è il modello più adatto al nostro Paese. Bisogna partire da esempi positivi. Come il quoziente familiare “francese” che ha portato la Francia al primo posto per tasso di natalità in Europa. Bisogna anche tener conto della detassazione per il costo e il mantenimento dei figli. O il sostegno al loro percorso scolastico. Come non citare su questo terreno la validità dei voucher adottati dalla Regione Lombardia.

Qual è la vostra proposta?
Gli imminenti provvedimenti dovranno guardare finalmente alla famiglia come tax unit a se stante, dotata di una soggettività giuridica di diritto tributario distinta rispetto a quella dei suoi membri, che potrà attuarsi con uno dei modelli noti: il quoziente familiare, il fattore famiglia, lo splitting alla tedesca o una no tax area per figlio. Con l’assunzione del modello del quoziente familiare dovranno essere abbandonate le scale di equivalenza. Si dovrà considerare il nascituro come membro della famiglia, subordinando ogni misura alla nascita. Questa è la strada obbligatoria per invertire il trend demografico. Inoltre i provvedimenti dovranno consentire la deducibilità/detraibilità dei costi che i genitori e i nonni sostengono per figli e nipoti, specie per poter scegliere liberamente i percorsi educativi.

Siete stati i primi firmatari del Codice per le imprese a favore della maternità. Che effetti ci sono stati?

La nostra adesione ha fatto emergere diverse iniziative interessanti. Vanno sostenute le lavoratrici che scelgono di diventare mamme e che rientrano in azienda. Aderire a questo impegno per il rilancio della natalità è stato un primo passo fondamentale per un’azione concreta. Sostenere la genitorialità in azienda è essenziale per rispettare gli indirizzi che il governo vuole promuovere. Il calo delle nascite rappresenta uno dei più importanti problemi del nostro tempo, sia dal punto di vista sociale ed economico che su quello culturale e politico. Come Cdo stiamo lavorando molto sul tema della conciliazione vita-lavoro, una relazione sempre più complessa da gestire e che dal post-Covid rappresenta una delle sfide principali su cui vogliamo avere un impatto concreto. È necessario comprendere le esigenze delle persone e delle famiglie con cui lavoriamo quotidianamente, ascoltarne i bisogni e poterli coinvolgere per migliorare il legame tra vita e lavoro. Sentiamo il dovere di collaborare per invertire questo scenario e proprio per questo ci auguriamo che sempre più associazioni aderiscano al Codice per le imprese in favore della maternità.