Svolta. La droga, il colonnello dell'Arma arrestato: c'è la verità sul delitto Vassallo
Angelo Vassallo
Era un pescatore davvero, Angelo Vassallo. Che, disgustato dal degrado della sua Pollica, nel Cilento, decise improvvisamente di candidarsi come sindaco. Sulla carta le possibilità che venisse eletto erano praticamente nulle, visto che il paese era in mano a una combriccola di affaristi; alla fine, però, ce la fece e indossò la fascia tricolore per 12 anni: finché non fu ucciso in un agguato, il 5 settembre 2010. Oggi, a 14 anni da quel terribile delitto, comincia a intravvedersi un po' di luce nell'opaca vicenda di quell'omicidio. Il Ros dei carabinieri ha arrestato 4 persone, tra cui un colonnello dell'Arma, Fabio Cagnazzo, e un ex brigadiere, Lazzaro Cioffi. Fermati anche il figlio del boss nonché collaboratore di giustizia Romolo Ridosso del clan di Scafati Loreto-Ridosso e l'imprenditore Giuseppe Cipriano.
La ricostruzione degli inquirenti individua il movente dell'assassinio nella scoperta, da parte del sindaco “pescatore”, di un traffico di stupefacenti riconducibile ad ambienti camorristici e nel quale sarebbero stati coinvolti anche esponenti dell'Arma. Vassallo sarebbe stato ammazzato dopo aver confidato quanto sapeva sulla vicenda all'ex procuratore capo di Vallo della Lucania, Alfredo Greco, ma prima di poter formalizzare la sua denuncia ad un carabiniere di assoluta fiducia dello stesso Greco. Sempre in base alle accuse, Cagnazzo si sarebbe speso in una attività di depistaggio delle indagini organizzata già prima che Vassallo venisse ammazzato. ll colonnello arrestato, per anni a capo della compagnia di Castello di Cisterna, è stato protagonista a Napoli e provincia di indagini sui più potenti clan di camorra. È diventato, poi, comandante provinciale a Frosinone: da un anno e mezzo risultava tra gli indagati per la morte di Vassallo.
«È una realtà che non riguarda solo noi, figli e familiari, ma deve far male a tutto il Paese. Sapere che le persone che ti devono difendere sono i presunti colpevoli di questo omicidio fa veramente male» ha commentato Antonio Vassallo, figlio del sindaco assassinato. «Fa veramente male - ha continuato- sapere che le indagini siano state rallentate dal fatto che all'inizio una delle persone di cui non si sospettava era proprio la figura, che veniva elogiata, di questo colonnello Cagnazzo. Credo che questo abbia rallentato molto le indagini. Molte cose non vere sono state dette proprio per rallentare le indagini stesse. Quindi approfondire anche questi punti, puntare il dito nei confronti di chi ha raccontato fandonie, di chi non ha collaborato, anche persone del mio stesso paese. Spero verranno portate alla luce tutte queste dinamiche».
L'omicidio e il profilo di un uomo coraggioso
Vassallo fu ucciso da un sicario rimasto senza volto, freddato da sette colpi di pistola sparati a bruciapelo in un agguato, al buio, lungo una stretta strada in salita. Dodici giorni prima aveva sfidato apertamente un manipolo di spacciatori che infestavano la zona del porto piena di villeggianti. Stava passeggiando con la moglie Angelina quando venne avvicinato da alcuni turisti che gli chiesero di «fare qualcosa» contro questo “traffico di morte”. E lui si mosse subito: accompagnato da due vigilesse si recò sul molo per cercare di acciuffare i pusher che però riuscirono a dileguarsi. Tutti meno uno. Il sindaco lo affrontò prima che anche questo riuscisse a scappare: «Tu qua non devi più venire, hai capito?».
La perlustrazione proseguì nei locali della zona. E per il sindaco vi furono insulti e sberleffi. Non a caso per anni proprio sul traffico di droga si sono puntati gli occhi per capire chi fosse il mandante dell'omicidio. Ma Vassallo era finito nel mirino dei clan anche per le sue battaglie ambientali: si spese per la lotta alla cementificazione del paese e durante i suoi lunghi anni di mandato mise mano alla raccolta dei rifiuti urbani sottraendola dall’influenza della malavita organizzata. Era un uomo coraggioso, semplice. La sua Pollica l'aveva trasformata. Nel 2009 si fece promotore della proposta di inclusione della dieta mediterranea tra i Patrimoni orali e immateriali dell'umanità; proposta che fu accolta dall'Unesco il 16 novembre 2010, a Nairobi. Vassallo ha poi fondato anche il "Centro studi per la Dieta Mediterranea".