Attualità

BIOETICA E POLITICA. Fine vita, il ddl all'esame della Camera

Pier Luigi Fornari martedì 5 luglio 2011
In aula alla Camera è ripreso l'esame del testamento biologico. In un primo momento si terrà l'esame degli articoli e degli emendamenti (circa 2mila) e vista la mole degli emendamenti, il presidente della Camera, Gianfranco Fini ha precisato, leggendo l'ordine del giorno, che si procederà con votazioni "accorpate" per tema e ha invitato i gruppi di opposizione a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione. Il presidente della Camera ha infine informato l'aula che il Pd ha chiesto lo scrutinio segreto sull'articolo 1 e sugli emendamenti ad esso correlati.A partire dalla seduta di oggi dell’au­la della Camera, potrebbe essere questa una settimana decisiva per la proposta di legge sul fine vita, con la vo­tazione di emendamenti e di un articolo do­po l’altro dei nove che la compongono. An­che il premier Silvio Berlusconi nei contat­ti avuti nella giornata di ieri ha insistito sul fatto che questo dibattito parlamentare co­stituisce, nel nuovo corso del Pdl, «una pri­ma prova su un tema qualificate, nella qua­le si deve mostrare unità e non ci si può per­mettere sfilacciamenti». Una conferma del valore annesso a questo passaggio è il fatto che la prima riunione del gruppo parla­mentare del partito alla Camera con il nuo­vo segretario, Angelino Alfano sarà tutto de­dicato al fine vita. Si può avvicinare così il via libero de­finitivo del provve­dimento recante il titolo 'Disposizio­ni in materia di al­leanza terapeutica, di consenso infor­mato e di dichiara­zioni anticipate di trattamento (dat)', che richiederà pro­babilmente un ul­teriore passaggio al Senato. A Palazzo Madama il testo, con relatore il pidiellino Raffaele Calabrò, è stato approvato il 26 marzo del 2009, dopo sei mesi di iter (infat­ti l’esame in commissione Sanità del Sena­to era iniziata il primo ottobre del 2008). A sollecitare una rapida approvazione vi fu anche la tragica morte di Eluana Englaro il 9 febbraio del 2009, in seguito all’applica­zione di un protocollo che le ha sospeso i­dratazione ed alimentazione. L’iter della Ca­mera è stato più lungo e travagliato. La commissione Affari sociali a cui è stata assegnata la proposta l’8 luglio del 2009 ha iniziato l’esame, con relatore il pidiellino Domenico Di Virgilio, esame terminato il 12 maggio del 2010. Sono intercorsi ben nove mesi prima che tutte le commissioni com­petenti esprimessero i pareri sulla proposta. Da ultimo, il 22 febbario è stata la commis­sione Giustizia, presieduta dalla finiana Giulia Bongiorno, ad dare parere favorevole chiedendo però «la vincolatività» delle Dat, in contrasto con quanto stabilito dalla Af­fari costituzionali che invece ha voluto che fosse soppressa la norma che rendeva vin­colante il parere di un collegio di specialisti in caso di contrasto tra il medico curante e il fiduciario. Il 7 marzo la proposta è stata incardinata nell’aula della Camera con la discussione generale, che si è conclusa il 9 dello stesso mese. Il 27 aprile poi, sempre nell’emiciclo di Montecitorio, l’articolato ha potuto su­perato due test importanti, grazie alla ri­chiesta della inversione dell’ordine del gior­no fatta dal leader dell’Udc, Pier Ferdinan­do Casini. A favore della ripresa della di­scussione votarono Pdl, Lega e Udc, tutti gli altri contro. Un identico schieramento con 307 voti contro e 225 a favore e 7 astenuti ha portato successivamente a bocciare le pre­giudiziali di costituzionalità presentate da Idv e dai radicali eletti nel Pd, sostenuta poi per tutto il gruppo da Gianclaudio Bressa. Beppe Fioroni ha assicurato, comunque, che gran parte degli ex-popolari è uscita dal­l’aula al momento del voto sulle pregiudi­ziali. I finiani hanno votato a favore sia del­la pregiudiziale che della richiesta di so­spensiva del Pd, anch’essa respinta con 306 «no» e 248 «sì». Da ricordare poi che, al Senato, il ddl Cala­brò superò oltre 60 scrutini segreti con una maggioranza più alta di quella prevista. «Questa legge – osserva l’udc Paola Binetti – tutela la vita dei pazienti affermando chia­ramente che nessuno può mettergli fine, nemmeno lo stesso paziente. Anche negli stati di minima coscienza la vita ha tutta la sua dignità umana che deve essere salva­guardata. Sperò perciò che per questo prov­vedimento sia la settimana decisiva».