Iscrizione alla Camera di Commercio con tanto di partita Iva, patentino, certificato di qualità e anche cooperative in cui riunirsi per esercitare insieme, nello stesso edificio, la professione più antica del mondo. Ancora: depenalizzazione della prostituzione volontaria e donne impresarie di se stesse. Sono queste le proposte avanzate dalla senatrice del Pd Maria Spilabotte."Per me il primo passo è superare la Legge Merlin - spiega la parlamentare in un'intervista- che ora va sostituita con una legge al passo con i tempi, a partire da un presupposto imprescindibile: una divisione netta tra prostituzione volontaria, che rientra nella sfera della libera e piena disponibilità del proprio corpo, e prostituzione coatta, dietro la quale ci sono le organizzazioni internazionali dedite alla tratta delle donne, specie minori, i cartelli mafiosi, il malaffare". "Le prostitute che vogliono esercitare liberamente e vogliono vedere riconosciuta la propria professione devono potersi iscrivere alla Camera di Commercio, avere un albo specifico e una partita Iva - aggiunge Spilabotte - sarebbero impresarie di se stesse e potrebbero beneficiare di tutti i diritti e doveri degli altri lavoratori, dal sistema previdenziale alla pensione. E ovviamente pagherebbero le tasse, contribuendo al sistema erariale nazionale. Si potrebbe ripensare anche alla possibilità, per più donne che lo decidono, di riunirsi in cooperativa ed esercitare tutte in una stessa sede". "Poi - conclude - c'è il capitolo prevenzione:massicce campagne di sensibilizzazione nelle scuole rivolte ai maschi, che devono capire che la donna non è un oggetto di possesso e che le diversità vanno rispettate e non violentate. Oltre a misure di sostegno e protezione delle donne che vogliono uscire dal giro, ribellarsi, reintegrarsi"