Il dibattito. Ddl cannabis all'esame della Camera
La forzatura di saltare l’esame degli emendamenti in commissione Affari sociali, molto probabilmente, non avrà gli esiti sperati. Il ddl che legalizza la cannabis infatti arriverà, come calendarizzato, in Aula a Montecitorio lunedì prossimo, ma si entrerà nel vivo delle votazioni solo a settembre. Causa: pausa estiva. In aggiunta alla valanga di emendamenti, circa 1700 di cui 1300 presentati solo da Area Popolare, che adesso l’assemblea dovrà esaminare. Non senza incognite, però, visto che sulle droghe sarà più difficile trovare intese tra i 630 deputati che in commissione. Qui, già due giorni fa, si è avuto un assaggio di braccio di ferro, con il Pd propenso ad analizzare le proposte, ma con un tempo supplementare disponibile, e Sinistra italiana, la cui linea è passata non iniziando neppure a leggere gli emendamenti, decisa ad andare direttamente in Aula per evitare il rischio 'affossamento'.
Così lunedì tutto sarà demandato alla discussione generale in emiciclo. Ma sin d’ora si annunciano scintille, con Ap che ha già presentato delle pregiudiziali di costituzionalità e di merito sul ddl 3235. La proposta di legge sulla legalizzazione della cannabis «viola i principi costituzionali, favorisce di fatto la criminalità organizzata ed è un regalo alle multinazionali del tabacco», tuona il presidente dei deputati centristi Maurizio Lupi, ricordando che il provvedimento «mette seriamente in dubbio» l’articolo 32 della Costituzione e che le ricerche certificano «ampiamente» i danni anche irreversibili della marijuana, sul piano psichico, neurologico e cognitivo, soprattutto per i giovani. Non da ultimo, continua il parlamentare, l’impostazione della legge «avvantaggia le grandi compagnie del tabacco», consente – con la formazione di associazioni di persone che possono gestire fino a 250 piante di cannabis – di avere «zone grigie di illegalità». Il problema, infatti, è che si fa credere che con l’approvazione della legge, rincara la dose Paola Binetti (Ap), «diminuiranno i consumi, i minori sapranno esattamente cosa fumano, i tribunali smaltiranno gli arretrati ». Ma non è così.
La speranza, adesso, è perciò che il governo davvero «si metta dalla parte delle nuove generazioni, dalla parte dei genitori» e di chi ogni giorno si misura con la dipendenza dalla droga. «Vorremmo che, al di là delle ideologie liberiste, scattasse la prudenza del legislatore», prosegue la deputata convinta sostenitrice del no alla legalizzazione, chiedendo ai colleghi parlamentari «una buona dose di buon senso, senza cedere a facili populismi».
Lunedì, intanto, proprio l’intergruppo per la legalizzazione della cannabis, promosso dal senatore Benedetto Della Vedova, terrà un incontro alla Camera per spiegare le ragioni del provvedimento – secondo loro legalizzare non vuol dire liberalizzare – su un tema che coinvolgerebbe 13 milioni di italiani e crea un mercato da 12 miliardi di euro. «È il momento di approvare una legge laica, razionale e rispettosa di tutti», è il motivo con cui annuncia la sua presenza il deputato di Possibile Pippo Civati. Al di là delle stime sul giro d’affari e sul numero degli u- tilizzatori di marijuana in Italia, se il ddl passasse a Montecitorio e superasse pure i veti incrociati di Palazzo Madama sarà così possibile tenere in casa fino a 15 grammi di cannabis senza dover chiedere il permesso a nessuno, né comunicare alcunché a enti e autorità. Se invece si è in luoghi pubblici la quantità lecita di possesso scende a 5 grammi.
Nella legge di oggi (la Iervolino-Vassalli tornata in vigore dopo la bocciatura della Fini-Giovanardi da parte della Corte costituzionale) la coltivazione è completamente proibita, mentre nel nuovo testo si prevede questa possibilità fino a 5 piantine e anche quella di coltivarle in forma associata sul modello spagnolo dei 'cannabis social club'. È inoltre consentita la detenzione di cannabis per uso terapeutico entro i limiti contenuti nella prescrizione medica, anche al di sopra di quanto fissato per uso ricreativo. Un parere favorevole è arrivato dalla Direzione nazionale antimafia, ma sono molte anche le voci contrarie in tutti i partiti. Legalizzare la droga «è un’inutile scorciatoia che legittimerebbe i trafficanti di droga », dice il deputato dem Edoardo Patriarca. Perché pensare di combattere la mafia legalizzando la cannabis, ricorda il senatore di Idea Carlo Giovanardi, «è da dilettanti di criminologia». Mette le mani avanti inoltre Forza Italia: al Senato «non passerà mai».