Coromavirus. Danni economici, 9 leader scrivono all'Ue
Il premier Giuseppe Conte e il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel a Palazzo Chigi nell'ottobre scorso
Un fronte comune per fronteggiare lo tsunami economico scaturito dal terremoto Covid-19. A farne parte sono 9 leader Ue, compreso il premier Giuseppe Conte, che con i leader di Belgio, Francia, Grecia, Irlanda, Lussemburgo, Portogallo, Slovenia e Spagna ha scritto una lettera al presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. Per chiedere a gran voce di mettere in campo uno strumento di debito comune, ovvero gli eurobond.
«Shock senza precedenti, servono misure eccezionali»
«Caro presidente, caro Charles - si legge nella missiva che Conte ha poi postato su Facebook - la pandemia del Coronavirus è uno shock senza precedenti e richiede misure eccezionali per contenere la diffusione del contagio all'interno dei confini nazionali e tra Paesi, per rafforzare i nostri sistemi sanitari, per salvaguardare la produzione e la distribuzione di beni e servizi essenziali e, non ultimo, per limitare gli effetti negativi che lo shock produce sulle economie europee». Sul piano sanitario «tutti i Paesi europei hanno adottato o stanno adottando misure per contenere la diffusione del virus. Il loro successo dipenderà dalla sincronizzazione, dall'estensione e dal coordinamento con cui i vari governi attueranno le misure sanitarie di contenimento». Necessario è il coordinamento e alo scambio di informazioni messo in campo da Michel e dal apresisdente della Commisione di Bruxelles Ursula von der Leyen. Servono linee guida condivise.
«Audacia nella politica fiscale»
Il fulcro della lettera è l'impatto che le misure per contenere il virus stanno avendo sul piano socio-economico. Qui i 9 leader chiedono che soinao salvaguardate le fiuliere di produzione e garantisocno che ogni sforzo sarà fatto per garantire la disponibilità per le popolazioni ai beni primari. E dei dipositivi medici essenziali agli operatori sanitari. «Le misure straordinarie che stiamo adottando per contenere il virus - si legge ancora - hanno ricadute negative sulle nostre economie nel breve termine. Abbiamo
pertanto bisogno di intraprendere azioni straordinarie che limitino i danni economici e ci preparino a compiere i passi successivi». La «crisi globale» richiede una «risposta coordinata a livello europeo». Come quelle date da Bce e Commissione europea. In particolare gli strumenti di politica monetaria della Bce dovranno - secondo i firmatari della missiva - essere «affiancati da decisioni
di politica fiscale di analoga audacia, come quelle che abbiamo iniziato ad assumere», per rafforzare le economie dei Paesi, al fine di «metterle nelle migliori condizioni per una rapida ripartenza». Di qui la richiestra di lavorare su «uno strumento di debito comune emesso da una istituzione dell'Ue per raccogliere risorse sul mercato sulle stesse basi e a beneficio di tutti gli Stati membri, garantendo in questo modo il finanziamento stabile e a lungo termine delle politiche utili a contrastare i danni causati da questa pandemia». Tale strumento «dovrà essere di dimensioni sufficienti e a lunga scadenza, per essere pienamente efficace e per evitare rischi di rifinanziamento ora come nel futuro».
«Insieme prepariamo il "giorno dopo"»
I fondi raccolti, assicurano i nove, saranno destinati a finanziare investimenti nei sistemi sanitari e politiche di portezione socio-economica. «Con lo stesso spirito di efficienza e solidarietà, potremo esplorare altri strumenti all'interno del bilancio Ue, come un fondo specifico per spese legate alla lotta al Coronavirus, almeno per gli anni 2020 e 2021, al di là di quelli già annunciati dalla Commissione». I firmatari si dicono convinti della necessità di mandare ai cittadini il «chiaro messaggio di voler affrontare tutti
assieme questo shock unico» e così rafforzare l'Unione economica e monetaria «Abbiamo inoltre bisogno di preparare assieme "il
giorno dopo" e riflettere sul modo in cui organizziamo le nostre economie attraverso i nostri confini, le catene di valore globale, i settori strategici, i sistemi sanitari, gli investimenti comuni e i progetti europei. Se vogliamo che l'Europa di domani sia all'altezza delle sue storiche aspirazioni, dobbiamo agire oggi e preparare il nostro futuro comune. Apriamo pertanto il dibattito ora e andiamo avanti, senza esitazione», conclude la lettera.