Attualità

I TRUCCHI. Dallo sciamano al rum, trafficanti in azione

Nello Scavo sabato 18 agosto 2012
​C’è chi chiede un aiuto allo stregone del villaggio e chi la nasconde in una bottiglia di rum. Chi si adopera con i classici doppiofondo delle valigie e chi la ingerisce in capsule grandi come un uovo. Le vie della cocaina non hanno limiti. Un mese fa all’aeroporto di Malpensa un 60enne spagnolo proveniente dal Costa Rica è stato arrestato dalla Guardia di finanza perché aveva nascosto cocaina liquida, del peso di circa due chilogrammi, all’interno di una bottiglia di rum. Ad inchiodarlo è stato il fiuto di "Vagyr", una cane antidroga dal fiuto infallibile.I rischi del mestiere per i trasportatori di coca sono sempre elevati. Perciò una banda di trafficanti tanzaniani si era rivolta a uno stregone perché presagisse l’esito di una "consegna". Ma vai a fidarti dei fattucchieri: 15 arresti e 20 milioni di euro sfumati, tanto avrebbero fruttato i 50 chili di coca sequestrati. «Uno sciamano li spronava a proseguire nei loro traffici – ha spiegato un investigatore – garantendo il sacrificio di alcune pecore». Il gruppo operava principalmente nelle piazze di spaccio di Roma e Napoli. Nella capitale l’organizzazione era guidata da una donna, Kirro Zura, mentre per l’area napoletana la rete di vendita era gestita da Hassan Kaburuma. L’organizzazione si riforniva di eroina e cocaina, proveniente dall’Afghanistan (via Turchia e Grecia) e dal sud America, grazie a corrieri "ovulatori". Se lo scalo marittimo di Goia Tauro resta una delle principali porte d’accesso della cocaina in arrivo sulle portacontainer salpate dall’America del Sud e dall’Africa, anche l’Umbria si conferma una piazza di prima grandezza. Perugia, infatti, è uno dei principali mercati di spaccio.Lo scorso 22 maggio nel corso dell’operazione antidroga "Monterrey", che ha portato all’arresto di 34 persone accusate di avere gestito un traffico internazionale di droga tra il Messico e l’Italia, la polizia ha sequestrato anche cinque quintali di cocaina e cinque quintali di hashish. Lo stupefacente era nascosto all’interno di un grande forno per la cottura della ceramica che era stato spedito in Italia. Il singolare nascondiglio è stato scoperto dagli investigatori grazie a una segnalazione degli agenti della Dea, l’agenzia antidroga americana, che ha consentito di intercettare il forno imbottito di droga in provincia di Terni.