L'iniziativa. Da Merano al cuore del Benin, una scuola per 300 bambini
I bambini della scuola di Firou, con genitori e insegnanti
È l’unica scuola primaria esistente nella zona di Firou, un centro di 12mila abitanti tra le montagne di Atakora, nel Nord del Benin, Stato dell’Africa occidentale tra la Nigeria e Togo. Oltre ai bambini del posto, ogni mattina arrivano qui dai quindici villaggi rurali del circondario circa 300 alunni che altrimenti non avrebbero altre occasioni per imparare a leggere e scrivere. La scuola più prossima, infatti, situata nel capoluogo della regione Kérou, è distante 25 chilometri: troppi in una zona con scarsi collegamenti stradali e senza adeguati servizi di trasporto.
La nuova struttura didattica di Firou, inaugurata nei giorni scorsi, è stata costruita dal Gruppo Missionario “Un pozzo per la vita” di Merano (GMM), in provincia di Bolzano, in collaborazione con la Caritas della diocesi di Natitingou e con il contributo dai fondi dell’8 per mille assegnato dal Servizio per gli interventi caritativi a favore del Terzo Mondo della Conferenza episcopale italiana. L’opera è costata 214mila euro, di cui 180mila messi a disposizione dalla Cei. A Firou la GMM aveva già costruito due anni fa un forage (pozzo) per garantire l’uso dell’acqua potabile anche al complesso scolastico, costituito da sei aule, l’ufficio per la direzione, un magazzino, i servizi igienici, un cortile dove i bambini possono giocare e una sala polivalente utilizzata anche per iniziative rivolte agli abitanti del villaggio, riunioni e assemblee locali. Il progetto, inoltre, consente di accogliere nella scuola anche i figli delle famiglie più povere grazie al sostegno della “rete” di solidarietà tra le scuole cattoliche della diocesi di Natitingou. Lo scopo è quello di dare la possibilità a tutti di completare gli studi e proseguirli anche nei livelli superiori. «La priorità è l’educazione» afferma il vescovo di Natitingou, Antoine Sabi Bio.
L’obiettivo della diocesi, che copre il territorio dell’Atacora, è di poter mettere a disposizione della popolazione almeno una scuola primaria in ogni parrocchia. «Grazie ad amici come il GMM – ha spiegato il vescovo – cerchiamo di offrire un’educazione di buona qualità anche ai bambini dei villaggi più piccoli e sperduti, sempre dimenticati, che altrimenti non riceverebbero nessuna istruzione». «La scuola è una grande testimonianza della Chiesa in questo posto sperduto del Benin» ha dichiarato padre Celestin Dendabadou, già parroco del villaggio che, da responsabile diocesano per l’insegnamento cattolico, ha promosso la costruzione di numerose scuole. «L’iniziativa conferma la bontà della scelta di destinare l’8 per mille delle imposte alla Chiesa cattolica – ha commentato il fondatore del GMM, Alpidio Balbo – che può sostenere, in questo modo, migliaia di progetti in aiuto dei più deboli e dimenticati in Italia e nei Paesi in via di sviluppo». La GMM, Ong di volontariato nata nel 1971, è attiva anche in Togo, Ghana e Burkina Faso dove ha realizzato centinaia di pozzi, scuole, ospedali e promosso adozioni a distanza e iniziative di dialogo tra culture. Il sostegno della Cei ha consentito al GMM di realizzare in Benin anche la scuola secondaria del Centro scolastico “Maria Adelaide” di Bembereke, la sede dell’Istituto di studi per la formazione di educatori specializzati (Isfes) retto dalle suore salesiane a Cotonou, il dispensario medico “Adriana Del Prato” sull’isola di Agonve e le scuole secondarie, una delle quali ad indirizzo professionale, del College “Jean Louis Brehier” di Kouande.