In una città stretta nella morsa della crisi, dove tirare la fine del mese è sempre più duro e perdere il lavoro può significare ritrovarsi in mezzo alla strada, c’è anche chi, finito a vivere da clochard a 56 anni, non perde la speranza e la dignità. E alla fine ritrova un lavoro, grazie a un manager sensibile.La storia è quella di Giuseppe – ex imprenditore brianzolo con una vita agiata alle spalle e un presente da homeless – che da ieri è tornato nuovamente a dormire sotto un tetto. Giuseppe viveva in auto dal 19 giugno. La sua azienda, impegnata nel settore dell’elettronica, a causa di un investimento andato male, nel 2003 viene dichiarata fallita. Le banche non gli danno più credito. Nel 2005 perde la moglie e con la crisi del 2008 Giuseppe non ha più commesse. Non riesce a pagare i debiti. Gli pignorano due appartamenti, due negozi, gli prendono i Bot, i cct, le azioni e il 19 giugno il tribunale di Monza mette all’asta la sua casa. Da allora vive in un’auto, regalatagli da un amico. Per le figlie (una studia e l’altra lavora part-time 4 ore al giorno in un call center) paga 150 euro al mese per due posti letto.Giuseppe ha raccontato con dignità e grande coraggio la sua storia alle telecamere di “L’ultima parola”, la trasmissione di Gianluigi Paragone, andata in onda venerdì scorso su Rai 2. In studio, fra gli ospiti, politici, imprenditori e cittadini alle prese con il carovita e il miraggio del posto fisso, la storia di Giuseppe ammutolisce tutti. «Alcuni arrivano a suicidarsi – conclude il suo racconto alle telecamere – a me hanno insegnato sin da piccolo ad andare avanti, a guardare al futuro». I riflettori si spengono. Si ritorna a parlare di spending review e del governo Monti. C’è anche l’amministratore delegato di Trenord, Giuseppe Biesuz. Prima di parlare del trasporto pubblico locale messo in ginocchio dai tagli, il numero uno dei treni lombardi vuole aiutare Giuseppe. Lo convoca lunedì nel suo ufficio per un colloquio insieme al capo del personale. Ieri mattina l’ex imprenditore costretto a vivere in auto si presenta puntuale. Ha una giacca e la camicia è stirata. Ha esperienze e competenze da vendere. Piace. Gli offrono un contratto di un anno alla Nordcom, la società dei servizi informatici del gruppo Fnm (Ferrovie Nord Milano). «La competenza, se c’è, non è figlia dell’età» commenta a bassa voce Biesuz. Un grido di speranza per chi perde il lavoro e a 50 anni si sente finito. «In questo momento bisogna far partire il Paese dal basso – aggiunge il dirigente – bisogna cercare di recuperare un tessuto sociale che è degradato». Lunedì prossimo Giuseppe inizierà il suo nuovo lavoro. A 56 anni, lui, a Milano, ce l’ha fatta.