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Un anno fa il naufragio. Cutro, ecco la prima sentenza: 20 anni allo scafista

Daniela Fassini mercoledì 7 febbraio 2024

Alcuni effetti personali dei migranti restituiti dal mare dopo un mese dal naufragio

A quasi un anno dal naufragio di Cutro, arriva la prima condanna: venti anni di reclusione e tre milioni di multa per Gun Ufuk, il cittadino turco di 29 anni accusato di essere uno degli scafisti del "Summer love", il barcone naufragato, il 26 febbraio dello scorso anno, provocando la morte di 94 migranti, tra i quali 35 minori e almeno una decina di dispersi. Il gup ha accolto le richieste del pm Pasquale Festa alzando la multa da 2,1 a 3 milioni. Il giudice, al termine del rito abbreviato, ha anche condannato Ufuk al risarcimento di alcune parti civili, il cui importo sarà stabilito dal giudice civile: i parenti delle vittime, il ministero dell'Interno e la Regione Calabria.

Gun Ufuk era stato arrestato a marzo in Austria, dove si era rifugiato dopo essere riuscito ad allontanarsi. E’ l’unico dei quattro presunti scafisti che aveva accettato il rito abbreviato. Per gli altri tre complici è in corso il processo con rito ordinario con le stesse imputazioni di naufragio colposo, favoreggiamento all'immigrazione clandestina e morte in conseguenza del favoreggiamento all'immigrazione clandestina.

La dichiarazione di Ufuk

"Io ero solo il meccanico della barca ed ho barattato il pagamento del viaggio con il compito di macchinista per riparare il motore. Non ho mai guidato la barca. Mi dispiace tanto per il dolore causato ai familiari delle persone morte" ha detto Gun Ufuk, durante il processo con rito abbreviato. Il pm ha chiesto una condanna a 20anni di reclusione e 2,1milioni di multa ritenendolo responsabile dei reati. Ufuk, difeso dell'avvocato Salvatore Falcone, si è sottoposto ad interrogatorio nel corso di una lunga udienza nella quale, pur ammettendo di essere parte dell'equipaggio, ha fornito la sua versione dei fatti: "Io dovevo scappare dalla Turchia per motivi politici. Ero stato arrestato perché considerato di fare parte del movimento che aveva condotto il tentato golpe del 2016. Nel 2019 sono stato in carcere per otto mesi perché criticavo Erdogan e le sue politiche. Quando sono uscito per due anni ho dovuto presentarmi alla polizia ed ho tutt'ora il divieto di uscire dalla Turchia. Per chi è considerato golpista non è facile vivere in Turchia. Siamo discriminati dalle autorità e non riusciamo a trovare lavoro. Per questo ho deciso di partire, ma non avevo i soldi necessari e così ho accettato di fare il meccanico della barca che doveva arrivare sulla costa italiana e tornare. Mi ha fatto conoscere gli organizzatori del viaggio Bayram, mio amico, che era il comandante della barca e che è morto nel naufragio".

L'arringa politica della difesa

"Ritengo che la morte di quelle persone non sia a causa di una manovra sbagliata o del naufragio perché, se in quel momento ci fosse stata una qualsiasi unità di soccorso, non ci sarebbero stati tutti questi morti. La costituzione di parte civile da parte del governo è fuori luogo perché credo che proprio chi doveva intervenire per l'obbligo morale avrebbe dovuto evitare di chiedere danni per quell'immagine che esso stesso ha leso. Ufuk è un capro espiatorio di chi doveva intervenire" ha detto l'avvocato Salvatore Falcone, difensore del cittadino turco Gun Ufuk. Una arringa dal carattere politico quella dell'avvocato che ha chiesto di integrare agli atti il documento del novembre scorso con cui Frontex ha ricostruito l'incidente, sostenendo che i due funzionari italiani presenti nella sede dell'agenzia non avevano considerato la segnalazione dell'imbarcazione.