Un contributo di solidarietà a carico dei più ricchi per aiutare i più poveri. È la proposta lanciata dal segretario del Pd, Dario Franceschini, che riscuote il favore del ministro delle Riforme, il leghistaUmberto Bossi e in serata anche quella del ministro degli Interni Maroni. D'accordo anche l'Udc, mentre pesanti critiche arrivano dal Pdl e da Rifondazione.
La proposta. Accanto all'assegno mensile per chi perde il lavoro e non ha diritto a godere degli ammortizzatori sociali, Franceschini propone una misura straordinaria per fronteggiare la crisi e dare un pò di fiato a quei cittadini che già si trovano nella soglia di povertà: la proposta sarà trasformata in un provvedimento da presentare in Parlamento e prevede 500 milioni di euro da affidare a comuni e associazioni di volontariato. Per reperire i soldi necessari, il Pd propone un contributo una tantum, valido per il 2009, che va ad incidere per due punti di Irpef sui redditi dai 120 mila euro in su, a partire dai parlamentari. La misura riguarderebbe circa 150-200 mila contribuenti.
Il no di Forza Italia. Il sottosegretario all'Economia, Luigi Casero, bolla subito la proposta come "demagogica", e tocca a Pierluigi Bersani replicare: "Penso molto bene della proposta di Franceschini. L'idea che a partire dal reddito dei parlamentari in su ci sia un contributo straordinario per i più disagiati è una proposta utile e realistica. Le nostre sono proposte realistiche, semmai è il governo che non ha l'orecchio sulla crisi". A rincarare la dose il portavoce di Fi, Daniele Capezzone, che boccia senza appello la misura avanzata da Franceschini: "Le tasse, in Italia, sono già a livelli elevatissimi, oltre ogni limite di sopportabilità: e questo vale sia per le fasce basse che per quelle più alte di reddito. Il tema ora non deve essere quello di spaventare e castigare le fasce più elevate, come accadrebbe con la proposta di Franceschini, ma semmai quello di indurre chi sta meglio e può permetterselo a spendere di più".
Il sì di Bossi e Maroni. L'una tantum del Pd piace, invece, al leader del Carroccio: "Questo può anche andare bene, in un momento di crisi - afferma il Senatur - è bene che chi ha di più contribuisca". Parole confermate anche da Maroni: "In un momento di crisi si può chiedere un contributo a chi ha di più per chi ha di meno". Il ministro dell'Interno, nel corso del programma "Otto e mezzo" su La7 ha poi aggiunto scherzando: "Se Bossi ha detto che va bene, per me va bene".
Anche l'Udc d'accordo. Dall'opposizione centrista arriva il sostegno di Pier Ferdinando Casini. "È giusto che i redditi dei ricchi -sottolinea il leaderdell'Udc a un dibattito della fondazione Formiche- diano un contributo di solidarietà nei confronti di chi ha più bisogno perchè vengano garantiti i servizi sociali del Paese". Casini poi spiega che "il prelievo sui redditi più ricchi deve essere fatto a partire dai parlamentari". E Rocco Buttiglione, presidente Udc vice presidente della Camera, precisa: "Non rifiutiamo a priori di prendere in considerazione l'ipotesi di contributo straordinario per il contrasto della povertà estrema, proposto da Franceschini. Ma più efficace che una una tantum per far distribuire un pò di soldi dallo Stato sarebbe piuttosto promuovere organicamente lo sviluppo del Terzo settore, detassando i finanziamenti dati alle associazioni di solidarietà. E occorre anche dare finalmente piena attuazione al sistema del 5 permille".
Rifondazione: «Elemosina di Stato». Critiche arrivano anche da sinistra. Il segretario del Prc, Paolo Ferrero, definisce la proposta del Pd una "elemosina di Stato. Si tratta di una foglia di fico tanto per far finta di esistere, che non ha alcuna relazione con la soluzione della crisi economica e con il crescente disagio sociale".