Negli ultimi dieci anni, in Italia, è
sparita un'edicola su quattro e le vendite de periodici sono
crollate: 2 milioni di copie in meno rispetto al 2007. "La
recessione, le politiche di inasprimento fiscale sui prodotti
editoriali e la crisi dell'informazione tradizionale hanno colpito
duramente la rete di vendita della carta stampata: dal 2004 al 2014
hanno chiuso senza essere sostituite circa 10mila rivendite tra
edicole e negozi di giornali e riviste. Complessivamente la rete è
passata da un totale di 40mila punti vendita a poco meno di 30mila,
per una riduzione complessiva del 25%. A lanciare l'allarme è
Fenagi, l'associazione di categoria che riunisce gli esercenti
dell'informazione.
"Il calo di vendite è un fenomeno cui assistiamo da diversi
anni. Ma durante la crisi il numero di copie venduto si è
dimezzato", spiega il presidente di Fenagi Confesercenti Giovanni
Lorenzetti. "Oggi siamo sui 3,3 milioni di giornali al giorno, 2,1
milioni di copie in meno del 2007. Calano anche gli investimenti
pubblicitari, ridottisi di 1,4 miliardi di euro rispetto al periodo
precedente alla crisi. E il futuro non lascia ben sperare: nei primi
8 mesi del 2015 le vendite sono diminuite di oltre il 13% sullo
scorso anno. Mentre il numero delle edicole, nello stesso periodo,
ha fatto registrare 449 nuove iscrizioni e 948 cancellazioni, con un
saldo negativo di 499 unità, in ulteriore peggioramento rispetto al
saldo (-355) registrato nell'agosto 2014. Di questo passo la rete
delle edicole morirà prima della carta stampata". "La scomparsa delle edicole -
aggiunge Lorenzetti - è un segno negativo dei nostri tempi:
scompaiono capitoli di storia cittadina, luoghi di incontro,
discussione ed abitudini consolidate. A rischio è un servizio
di vicinato essenziale soprattutto in un Paese come l'Italia,
dove il digital divide è ancora ampio, soprattutto per alcune
fasce d'età. Ma a rischio è anche il pluralismo
dell'informazione e la promozione culturale garantiti da
giornali e riviste tradizionali, che offrono un 'secondo tempò
di approfondimento di qualità, ancora non eguagliato
dall'informazione di rapido consumo disponibile online. Eppure,
constatiamo che nella legge di stabilità mancano completamente
misure a sostegno della rete tradizionale".
"Ormai - conclude Lorenzetti - è imprescindibile una
riorganizzazione e riqualificazione di tutta la filiera della
distribuzione e vendita. Occorre puntare sulla qualità del
prodotto e sulla commercializzazione, favorendo incentivi alla
vendita. Per questo Fenagi chiede al Governo di recuperare la
rete delle edicole tradizionali come canale dedicato alla
vendita del prodotto editoriale cartaceo. Una rete che
favorirebbe la copertura sul territorio nazionale e darebbe
agli editori la garanzia di un'offerta plurale. Bisogna anche
puntare sull'informatizzazione: l'obiettivo è creare un
network di 'edicole 2.0' di servizi di vicinato, da quelli
amministrativi, informativi e turistici a quelli informatici".