Intervista. Carfagna: Crimi infantile. E le famiglie? Sostituire ora Conte non si può
Mara Carfagna
Il ritorno di Forza Italia sul terreno moderato è una piccola rivincita, per Mara Carfagna. «Ovvio che su questa linea io mi senta più a mio agio», ammette la vicepresidente della Camera e leader dell’associazione 'Voce libera'. Un cambio di posizionamento politico che consente all’ex ministra delle Pari opportunità di intervenire sui temi più divisivi, come l’immigrazione, senza essere accusata di voler spaccare il centrodestra.
Tra i temi più caldi, quello delle regolarizzazioni: ha ragione Bellanova o Crimi?
Il ministro Bellanova ha il grave torto di non aver ascoltato le associazioni agricole un mese fa, quando tutta l’Europa si è organizzata per l’assunzione di braccianti, con provvedimenti speciali per consentire i transiti dai Paesi dell’Est alla Germania, alla Gran Bretagna, alla Francia. M5s però fa di peggio: in questa situazione il dovere di una forza di governo è collaborare alle soluzioni, non di imbastire polemiche giudicate “popolari” per risalire nei sondaggi. È un’idea bambinesca della politica, inaccettabile davanti a una crisi come questa.
Ha una sua proposta?
Ho segnalato con forza il tema delle badanti e delle colf, unico presidio rimasto a decine di migliaia di famiglie. Con le scuole chiuse e le case di cura diventate epicentro della pandemia, l’aiuto domestico è indispensabile sostegno anche per il lavoro femminile. Una regolarizzazione sul modello di quella che facemmo nel 2009, con Berlusconi premier e Maroni al Viminale, sarebbe urgente e utilissima.
La maggioranza fibrilla. Ritiene che cambiare governo e premier sia un azzardo?
Sono una persona realista, conosco la politica. È tecnicamente impossibile in questo momento cambiare governo e premier. Perdere anche una settimana nella gestione della fase 2 dell’epidemia, che già fa acqua da tutte le parti, condannerebbe il Paese sotto il profilo economico, sanitario, sociale. L’opposizione deve lavorare per correggere gli errori più gravi e portare nel Palazzo la voce dell’Italia che vuole farcela.
Fi ha preso le distanze dai sovranisti. È una scelta stabile?
Sui temi dell’Europa, del Mes, degli strumenti da usare per la ricostruzione italiana, Berlusconi ha idee molto precise, condivise dalla stragrande maggioranza del partito, che finalmente sono emerse con chiarezza. Ovviamente ne sono contenta, quelle idee le ho sempre difese e promosse, anche quando era difficile farlo perché il vento andava in tutt’altra direzione. Il progetto sovranista di un’uscita “autarchica” dalla crisi è utopistico, legato alla difesa di una linea ideologica e di alleanze continentali non più sostenibili. Forse all’opinione pubblica non è chiaro, ma i sovranisti europei sono quelli dell’ultradestra tedesca di Afd che vogliono bloccare il Quantitative easing della Bce, sono gli olandesi che alzano barricate contro gli eurobond. Le distanze di Fi da questo mondo sono assolute e permanenti, oggi vengono solo espresse con maggior forza perché la situazione lo richiede. Ovvio che su questa linea io mi senta più a mio agio.
In Italia si giungerà a una “maggioranza Ursula”?
Uno schema di solidarietà nazionale per gestire l’emergenza Covid sarebbe già stato trovato, fin dall’inizio, se l’Italia non fosse un Paese assolutamente anomalo. Non dimentichiamo che le elezioni del 2018 hanno regalato la maggioranza relativa a M5s: è un mondo politicamente finito, senza più capi, dal consenso dimezzato, lacerato dalle faide interne. Beppe Grillo è sparito, Davide Casaleggio è ripudiato da due terzi dei parlamentari. Però sono loro a tenere in mano i fili della maggioranza, grazie anche alla palese sudditanza psicologica del Pd. È un ostacolo enorme a una gestione razionale ed efficace dei tempi duri che ci aspettano.
Fi e Iv parlano un linguaggio simile su diversi temi: uniranno le forze prima o poi?
Il retroscenismo adora questo tipo di ipotesi ma la verità è che il polo moderato, in Italia, attraversa quasi tutti i partiti e ovunque, negli ultimi tre anni, è stato silenziato dall’altro polo trasversale: quello degli estremisti, della politica urlata, degli eccessi populisti. Ora che il Paese è in ginocchio ci accorgiamo della inutilità politica di quel tipo di guerriglia. Spero per il bene del Paese che i moderati, ovunque, riescano a riprendersi il campo e a ritornare centrali nei rispettivi schieramenti per temperare gli estremismi.
Bonafede va sfiduciato per l’affaire Di Matteo?
Bonafede avrebbe dovuto andarsene sua sponte. Diciamocelo chiaro: qui c’è il sospetto che i boss abbiano usato le rivolte nelle carceri per indurre l’amministrazione penitenziaria a rimandarli a casa. Non è cosa da poco. Ed è un macigno su un ministro che ha strangolato i diritti dei cittadini comuni con le sue riforme da Robespierre, a cominciare dalla prescrizione. Fine processo mai per la gente normale, tutti a casa per i boss? È una vergogna.