Covid. La variante Delta fa paura, dall'Europa all'Australia. Ecco la mappa italiana
Londra è di nuovo in allerta. La variante Delta fa paura e si cerca di fermarla intensificando la campagna di vaccinazione
Adesso inizia a fare davvero paura. La variante Delta rischia anche di mandare nuovamente in tilt un grande Paese come l'Australia, dove si sta diffondendo rapidamente e Sidney è finita in lockdown. Occorre dire che in Australia solo il 5% della popolazione è vaccinata e quindi per il virus, ora più aggressivo, è più facile diffondersi.
A preoccupare sono anche le segnalazioni delle autorità sanitarie australiane, che hanno definito i contagi
"spaventosamente rapidi", possibili cioè dopo un contatto di 5-10 secondi, sulla base delle riprese fatte dalle telecamere a circuito chiuso in un centro commerciale di Sydney. Il motivo per cui questo accada non è ancora chiaro e una delle ipotesi è che la variante Delta si replichi in modo molto più efficiente rispetto alla Alfa, producendo così un maggior numero di particelle del virus in circolazione nell'organismo (carica
virale).
lnoltre, anche se si attendono altre osservazioni, sembra avere una maggiore capacità di infettare le cellule dei polmoni. (vedi sotto: "Il punto sulla variante Delta")
Nuovo picco in Gran Bretagna
Intanto si registra un nuovo picco di contagi Covid nel Regno Unito, alimentati dall'aggressiva variante Delta importata dall'India: lo certificano i dati diffusi oggi dal governo britannico con altri 22.868 casi nelle ultime 24 ore censite (su 1,2 milioni di tamponi), record nel Paese dal 28 gennaio. Si tratta di un'impennata evidente, anche se l'effetto dei vaccino continua finora a frenarne l'impatto sui ricoveri negli ospedali, stabili attorno a quota 1.500 in tutti i reparti del Regno, e sui morti giornalieri: che calano addirittura a non più di 3, seppure alleggeriti dal consueto ritardo parziale della raccolta delle statistiche relative al weekend.
Secondo le indicazioni degli ultimi giorni, i contagi legati alla mutazione Delta del coronavirus - ormai dominante sull'isola rispetto al precedente ceppo Alfa (ex inglese), in un Paese nel quale peraltro si esegue circa la metà di tutti gli esami del genoma (in grado di tracciare le varianti) fatti al mondo - hanno toccato il 99% dei nuovi casi totali. I vaccini somministrati hanno invece superato quota 77 milioni: con la prima dose inoculata a quasi l'85% della popolazione adulta residente e i richiami (in cifra assoluta oltre 32,5 milioni) al 62% degli over 18.
L'ampliamento ulteriore della percentuale di abitanti vaccinati, e il coinvolgimento nella campagna di massa anche delle fasce più giovani d'età, è l'arma con cui il governo di Boris Johnson sta cercando di far leva per consolidare il contenimento di questa nuova variante, dopo aver rinviato l'ultima tappa dell'uscita dalle restrizioni del lockdown dal 21 giugno a non prima del 19 luglio.
A preoccupare sono pure le eccezioni sugli assembramenti collettivi concesse dallo stesso esecutivo nell'ambito degli Europei di calcio, con l'annunciato allargamento delle presenze autorizzate allo stadio di Wembley per le semifinali e la finale - in calendario fra il 6 e l'11 luglio - a oltre 60.000 spettatori contro i 40.000 circa inizialmente previsti.
Terza dose di vaccino utile contro Delta, dice Astrazeneca
L'aggiunta di una terza dose nella somministrazione del vaccino anti Covid di Oxford-AstraZeneca rafforza l'effetto immunitario dell'antidoto e la sua capacità di neutralizzare sia la variante Alfa del virus ( inglese), sia
quella Beta (sudafricana), sia soprattutto quella Delta (indiana) che in questa fase preoccupa e dilaga di più nel mondo. Lo si legge nel comunicato diffuso oggi dalla stessa AstraZeneca in allegato alla presentazione dei risultati di un nuovo studio sperimentale aggiornato condotto dai ricercatori di Oxford.
Il terzo richiamo, inoculato almeno 6 mesi dopo la seconda dose, incrementa gli anticorpi fino a 6 volte, viene precisato. Mentre "rivela una più elevata neutralizzazione delle varianti Alfa (B.1.1.7), Beta (B.1.351) e Delta (B.1.617.2)". Non solo: sia la seconda, sia la terza dose fanno registrare una minore reazione nei pazienti agli affetti collaterali rispetto alla prima. Reazioni comunque rare in generale e in larga parte "a basso impatto" e "ben tollerate", si sottolinea.
La variante Delta in Italia: la mappa dei focolai
Nel giorno in cui cade l'obbligo di mascherina all'aperto sale l'allerta per la variante Delta, già in crescita nella maggior parte d'Italia mentre solo in tre Regioni non si segnala la sua presenza. A non riscontrare casi
di 'Deltà sono ad oggi Basilicata, Valle d'Aosta e Toscana. Alcune regioni però, sono in attesa dei dati del
sequenziamento che potrebbero modificare il quadro complessivo.
Allo stato attuale ecco la mappa completa del contagio.
PIEMONTE - Sono otto i casi identificati dai primi di maggio ad oggi. Si tratta di sei italiani e due stranieri asintomatici o con sintomi di non particolare gravità. Tutti già guariti, o in via di guarigione, i loro contatti sono in quarantena.
LIGURIA - L'ospedale San Martino di Genova, hub regionale per il sequenziamento delle varianti, segnala 5 casi delta. Tre nella provincia di Savona e due in quella della Spezia.
LOMBARDIA - La vicepresidente della Regione Letizia Moratti ha reso noto oggi che l'incidenza della variante delta a giugno è arrivata al 6%. È quindi in crescita anche se molto lontana dalla variante Alfa che è stata riscontrata nel 60% dei positivi in Lombardia.
TRENTINO ALTO ADIGE - Sono 34 i casi di variante Delta registrati da inizio maggio in Alto Adige. Come informa l'Azienda sanitaria, sono distribuiti sui quattro distretti, tracciati e sotto controllo.
VENETO - La variante Delta è limitata per ora a pochi focolai e "non preoccupa" come spiegato da Antonia Ricci, direttore generale dell'Istituto Zooprofilattico delle Venezie. Se si eccettuano i focolai diffusi soprattutto nel Trevigiano e relativi al contagio che ha riguardato alcuni nuclei familiari indiani, parte dei quali lavora in una azienda della provincia, la situazione, "non è di una diffusione preoccupante".
FRIULI VENEZIA GIULIA - Dall'ultimo sequenziamento effettuato dalla Regione, risulta una prevalenza di variante Delta (12 casi sui 17 campioni richiesti dall'Iss), ma secondo il vicepresidente, Riccardo Riccardi, il dato è comunque condizionato dai pochi casi a disposizione e dal contact tracing, anche se c'è "un'evidenza" che la variante Delta diventerà prevalente sulla Alfa.
EMILIA ROMAGNA - Dopo il focolaio dei giorni scorsi nel Piacentino, nella logistica, la variante Delta è nel mirino dei tracciamenti Covid in Emilia-Romagna. La Regione sequenzierà tutti i casi di positività al coronavirus ma per avere dei dati occorrerà aspettare qualche giorno.
MARCHE - Nelle Marche al momento i casi di variante Delta sono almeno 5, ai tre individuati nei giorni scorsi se ne sono aggiunti altri due. Si tratta di persone non vaccinate. Altri casi potrebbero emergere dal momento che si sta procedendo con i tracciamenti, che hanno già portato ad individuare dei cluster
familiari.
UMBRIA - Gli ultimi dati ufficiali diffusi dalla Regione sulla variante Delta risalgono al 16 giugno. Su 53 tamponi allora positivi al Covid sequenziati, erano stati individuati sei casi di nuova variante.
LAZIO - Al momento i casi riscontrati di "Delta" sono 17 e sono circoscritti all'area di Aprilia, in provincia di Latina. Secondo fonti sanitarie si tratta di un cluster chiuso. Oggi nel Lazio è partito il sequenziamento del 100 per cento dei tamponi positivi.
MOLISE - Sono quattro i casi di variante 'Deltà accertati in Molise, tutti a Campobasso. Lo ha confermato il direttore generale dell'Azienda sanitaria regionale, Oreste Florenzano.
ABRUZZO - Pochi, al momento, in Abruzzo, i contagi riconducibili alla variante Delta. Secondo gli ultimi dati sono meno di dieci, ma sono in corso ulteriori attività di sequenziamento di tamponi risultati positivi e gli esiti. I casi al momento accertati riguardano le province di Teramo e Chieti.
CAMPANIA- Attualmente il sequenziamento in Regione ha portato in evidenza la presenza di piccoli cluster di variante delta del covid 19, prevalentemente nelle zone di pertinenza dell'Asl Napoli 3, Asl Napoli 1, con un totale di 83 casi, che rappresentano il 25,7% delle 323 sequenziate nel mese di giugno.
PUGLIA - In Puglia sono, al momento, 51 i casi accertati di contagi provocati dalla nuova variante, tre i focolai individuati a Brindisi, l'area pugliese più colpita, e già circoscritti. È in corso una survey per misurarne la prevalenza.
CALABRIA - È la Regione dove allo stato attuale è stato individuato un solo caso, nel reggino. Uno studio è comunque in corso e dati più certi si dovrebbero conoscere il 30 giugno.
SARDEGNA -29 casi nel nord Sardegna e 14 nel sud: questi i numeri attuali della variante Delta in Sardegna accertati e sequenziati nei laboratori dell'Aou di Cagliari e dell'Aou di Sassari. Nell'Isola si guarda con preoccupazione alla stagione turistica, quando saranno migliaia gli arrivi anche dall'estero.
SICILIA - Sono una trentina i casi relativi a contagiati Covid con variante Delta, 14 sono sulla nave quarantena dei migranti che si trova a Lampedusa.
Il punto sulla variante Delta
Comparsa in India nell'ottobre 2020, la variante Delta del virus SarsCoV2 si è diffusa fino a raggiungere ormai un centinaio di Paesi ed è stato possibile soprattutto grazie alla rapidità con la quale si trasmette, fra
il 50% e il 60% superiore rispetto alla variante Alfa, l'Inglese secondo la vecchia terminologia.
Il segreto della sua velocità si trova in gran parte nella proteina Spike, che il virus usa per agganciarsi alle cellule umane e che è il principale bersaglio dei vaccini anti Covid-19. Le mutazioni in questa proteina danno alla variante un doppio vantaggio: da un lato si lega alle cellule umane in modo più efficiente, dall'altro "mascherano il riconoscimento del virus da parte del sistema immunitario", osserva Ettore Domenico Capoluongo, ordinario di Biochimica clinica dell'Università Federico II di Napoli, principal investigator e membro della task Force Covid 19 del centro Ceinge-Biotecnologie avanzate.
Tuttavia i vaccini la riconoscono ancora e il sistema immunitario reagisce in modo più efficiente soprattutto dopo la seconda dose. E poiché sono ancora molti i giovani non vaccinati, la variante Delta sta viaggiando attraverso le fasce più giovani della popolazione.
A preoccupare sono anche le segnalazioni delle autorità sanitarie australiane, che hanno definito i contagi
"spaventosamente rapidi", possibili cioè dopo un contatto di 5-10 secondi, sulla base delle riprese fatte dalle telecamere a circuito chiuso in un centro commerciale di Sydney. Il motivo per cui questo accada non è ancora chiaro e una delle ipotesi è che la variante Delta si replichi in modo molto più efficiente rispetto alla Alfa, producendo così un maggior numero di particelle del virus in circolazione nell'organismo (carica
virale).
Senza dubbio la variante Delta "ha una maggiore capacità di infettare le cellule dei polmoni, ma per trarre
conclusioni servono statistiche molto grandi", rileva Capoluongo.
Le mutazioni che mascherano la proteina Spike rendono difficile riconoscere la variante Delta ai test tradizionali e a rendere ancora più complicata la situazione ci sono i sintomi, comuni a molti altri disturbi come raffreddore, mal di stomaco, mal di testa, dolori delle articolazioni.
La variante Delta (B.1.617.2) ha anche una famiglia abbastanza numerosa. Mentre le sue parenti più strette B.1.617.1 e la B.1.617.3 preoccupano molto meno e appartengono ormai al gruppo Kappa, è arrivata rapidamente una nuova versione della Delta, chiamata Delta Plus o AY.1, capace di legarsi in modo
ancora più efficiente alle cellule dei polmoni e anche questa ormai segnalata in più Paesi.
Per gli esperti le armi per rallentare l'avanzata di queste varianti pericolose sono tre: accelerare il più possibile con le vaccinazioni per dare, con la seconda dose, una protezione più efficace alla maggior parte della popolazione; fare tanti test per garantire il tracciamento e ottenere il maggior numero di sequenze possibile: almeno il 5% dei casi positivi secondo Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) e Centri Europei per il Controllo delle Malattie Ecdc), ma l'Italia arriva attualmente al 2,5%. Troppo poco per vincere la corsa contro il tempo imposta dalla variante Delta. "L'estate è cominciata, le popolazioni iniziano a muoversi e a breve - osserva Capoluongo - potremmo ritrovarci a disegnare un nuovo quadro epidemiologico".