Covid. Vaccini, dal 10 aprono le prenotazioni per i cinquantenni
Da lunedì prossimo partiranno le prenotazioni in tutta Italia per le vaccinazioni degli over 50, dunque per tutti coloro che sono nati fino al 1971. È quanto ha disposto la struttura del Commissario per l'Emergenza Francesco Paolo Figliulo sottolineando che si tratterà di un'apertura "graduale" resa possibile "dal buon andamento delle somministrazioni su scala nazionale delle categorie prioritarie, over 80 e fragili, riportate nell'ordinanza n. 6 del 9 aprile 2021".
Prenotazioni aperte, da lunedì, anche in Lombardia per chi è nato tra il 1962 e il 1971. La vicepresidente della Regione, Letizia Moratti: "Seguiamo il piano del generale Figliuolo e confermiamo che, se avremo le dosi, somministreremo a tutti i lombardi la prima dose entro luglio". Si tratta della fascia più popolosa di popolazione: circa 1,59 milioni di lombardi. I piani della Regione, nelle prospettive più ottimistiche, prevedevano di iniziare a somministrare il vaccino a questa fascia a partire dal 19 maggio per concludere il 7 giugno. Gli under 49 da vaccinare,invece, saranno 4 milioni.
Dal Lazio l'assessore alla Sanità, Alessio D'Amato, rilancia: "Vaccineremo i trentenni entro luglio e l'80% della popolazione target sarà completata entro agosto". Lo ha detto alla trasmissione "Oggi è un altro giorno" su Rai1.
Pfizer protegge contro alcune varianti
Il vaccino Pfizer resta fortemente protettivo contro le varianti inglese e sudafricana, con tassi di efficacia molto alti contro il rischio di infezione. Lo affermano due studi, condotti in Israele e in Qatar, basati sui dati delle campagne di vaccinazione.
Il primo studio, pubblicato su "Lancet", ha esaminato i dati dell'epidemia in Israele, il paese più avanti al mondo sul fronte della copertura vaccinale. L'immunizzazione con due dosi di Pfizer, scrivono gli autori del ministero della Salute israeliano, è fortemente protettiva anche quando c'è una larga presenza della variante inglese: "Dopo 14 giorni dalla seconda dose la protezione contro l'infezione è del 96,5%, contro il ricovero è del 98% e contro il decesso del 98,1%".
Al momento dello studio, spiegano gli autori, la variante sudafricana non era praticamente presente nel paese, e non ci sono quindi abbastanza dati per verificare l'efficacia del vaccino. Indicazioni rassicuranti in questo senso vengono invece da un altro studio, pubblicato sul "New England Journal of Medicine" e condotto in Qatar, dove invece c'era una circolazione sostenuta di entrambe le varianti. "L'efficacia del vaccino contro l'infezione da variante inglese - scrivono gli autori della Weill Cornell University - è risultata dell'89,5% 14 giorni dopo la seconda dose. Quella contro la sudafricana era invece del 75%".