Covid. Le Regioni al governo: via tamponi e quarantene per gli asintomatici
Un tampone eseguito a Bergamo
Archiviato il nuovo decreto – e solo in parte il dibattito sull’utilità o meno di diffondere quotidianamente i dati del Bollettino del ministero della Salute – la nuova frontiera delle richieste al governo è quella degli asintomaticì. Dalle Regioni arriva infatti la richiesta al governo di semplificare la vita a chi è risultato positivo al Covid ma è vaccinato e non presenta problemi di salute: potrebbe essere esentato dall’obbligo tampone e vedersi ridotto l’isolamento di 7 giorni.
Ma c’è anche chi si spinge a sollecitare l’eliminazione dei senza sintomi dalla quotidiana conta dei contagiati ed il ripensamento dei dati sulle ospedalizzazioni. Istanze che riflettono anche la preoccupazione da parte dei governatori per il possibile imminente cambio di colore determinato dalla diffusione del virus spinta da Omicron. E – sempre sul fronte della semplificazione, in questo caso mancata – si registra poi la battuta d’arresto della maggioranza andata sotto in commissione Affari costituzionali del Senato su un emendamento al decreto Covid, proposto dal M5s, che chiedeva di consentire anche alle parafarmacie di fare test molecolari e antigenici. Contro la modifica si è schierato tutto il centrodestra.
La Lombardia, regione che conta il maggior numero di ricoverati col Covid in terapia intensiva (253) e nei reparti ordinari (3.317), ha già chiesto al ministero della Salute di non conteggiare come ricoveri dovuti a coronavirus i pazienti ospedalizzati per altre patologie e poi risultati positivi. Ciò per «dare una rappresentazione più realistica e oggettiva della pressione sugli ospedali causata dal Covid». Da venerdì la Regione darà ancora il numero totale dei ricoverati positivi ma «sarà in grado di distinguere all’interno dei “ricoveri Covid positivi”, quali afferiscono direttamente a una patologia Covid-dipendente (polmoniti e gravi insufficienze respiratorie)».
Non tutti i ricoverati col Covid sono in ospedale per il Covid, è il messaggio. Ed anche per quanto riguarda i positivi il sistema è da rivedere, secondo il presidente del Veneto, Luca Zaia. «Noi – spiega – abbiamo avanzato per primi la proposta di non contare i positivi tra gli asintomatici. L’Edcd, il massimo organismo europeo sulla pandemia – sottolinea – dà già come indicazione di valutare solo i sintomatici». Sulla stessa posizione il governatore della Toscana, Eugenio Giani. L’ipotesi, osserva, «va nella direzione per la quale in Toscana abbiamo fatto le tre ordinanze di semplificazione».
Anche l’assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D’Amato, ritiene che si debbano «semplificare le procedure per gli asintomatici completamente vaccinati: negli Usa in questo caso la quarantena finisce dopo 5 giorni. Se il Cts intraprendesse questa linea di conseguenza non servirebbe contare gli asintomatici». Invoca la semplificazione pure il governatore ligure Giovanni Toti, che parla di «pandemia burocratica». Il governo, propone, «decida al più presto di tamponare solo i sintomatici, altrimenti non saremo travolti dai malati ma dalle carte e dai tamponi».
E anche gli esperti si schierano sulla linea dell’apertura verso chi non ha sintomi. «I dati di oggi – sottolinea il direttore dello Spallanzani, Francesco Vaia – mettono in evidenza un aspetto importante: sono diminuiti i ricoveri in terapia intensiva. Se questo trend, figlio della campagna vaccinale della terza dose, si stabilizzerà abbiamo bisogno di andare incontro alle esigenze dei cittadini e snellire le procedure di isolamento e quarantena. Così come avviene negli Stati Uniti».
Con le norme ora in vigore i contagiati che hanno ricevuto il booster o hanno completato il ciclo vaccinale da meno di 120 giorni devono stare in isolamento per 7 giorni purché siano sempre stati asintomatici o risultino asintomatici da almeno 3 giorni; al termine del periodo possono uscire dall’isolamento solo con un test molecolare o antigenico negativo.