Il punto. Scuola Covid free, la sfida del governo: «In presenza, senza se e senza ma»
«Lavoriamo per la scuola in presenza, senza se e senza ma». Questa la promessa a studenti, famiglie, insegnanti e presidi, del ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, che ieri ha incontrato i ragazzi bergamaschi che partecipano al progetto “Scuola in estate”. Fondamentale, affinché l’auspicio del ministro si realizzi, è che il piano vaccinale proceda speditamente e, a riguardo, lo stesso Bianchi, rivolgendosi agli insegnanti restii a farsi vaccinare, ha lanciato un appello «al senso di solidarietà e di comunità», richiamato anche dalla Costituzione.
Sul rientro a settembre in presenza scommette anche l’assessore regionale alla Sanità del Lazio, Alessio D’Amato: «A settembre la Dad non ci sarà. Sì, riusciremo a vaccinare il 70-80 per cento degli studenti sopra i 12 anni. Ci sarà la protezione diffusa anti Covid, potremo garantire la didattica in presenza». Prudente, invece, l’omologo pugliese Pier Luigi Lopalco: «L’esperienza con la didattica a distanza va mantenuta nel caso in cui ci siano situazioni di cui abbiano necessità gli studenti. Negli anni pre-pandemia – spiega l’assessore – quando uno studente presentava sintomi influenzali andava a scuola, a meno che non aveva febbre alta, determinando contagi tra i compagni di classe. Oggi con la Dad, gli studenti che si dovessero trovare in condizioni di questo tipo, possono seguire le lezioni da casa».
«Preoccupazione» per l’avvio del nuovo anno scolastico è espressa dalla segretaria generale della Cisl Scuola, Maddalena Gissi. «La nuova variante Delta sta superando i nostri confini, la campagna vaccinale non è ancora terminata – ricorda Gissi –. Non tutto il personale della scuola ha ricevuto la seconda dose e per alcuni non c’è stata nemmeno la prima. Le attività didattiche cominceranno con gli storici problemi di sempre e con le misure di sicurezza che il Cts consiglia anche per quest’anno: distanziamento e mascherine».
Sulle modalità del rientro, il segretario generale della Flc-Cgil, Francesco Sinopoli, aspetta una «convocazione dal ministero» con anche «la partecipazione del Cts». E il segretario della Uil Scuola, Pino Turi, attacca: «Le classi sono ancora straripanti e non c’è distanziamento, non c’è traccia di sanificazione dell’aria se non nelle diverse narrazioni, non ci sono presidi sanitari di prevenzione e il tracciamento saltato: sono solo alcuni dei problemi irrisolti».
Difficoltà ricordate anche dal presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli: «Se si dovrà ritornare con un metro di distanza e le mascherine, i problemi già visti in passato si presenteranno».