Covid. Quarta ondata, la settimana decisiva. Ecco il piano per invertire la rotta
La domanda sul tavolo del governo, sempre più pressante visti i dati della curva dei contagi, è: basteranno le misure messe in campo ad arginare la quarta ondata per “salvare” il Natale e invertire la rotta dell’epidemia? E la risposta, qualunque essa sia, potrebbe arrivare già alla fine della settimana prossima, quando prenderanno corpo i risultati di almeno altre due “mosse” previste da Palazzo Chigi.
Prima: l’adesione alla campagna vaccinale della fascia 5-11 anni, per cui le prenotazioni si sono aperte già in mezza Italia. I primi dati, in questo senso, sono piuttosto confortanti: nella prima ora di apertura delle prenotazioni ieri, in Piemonte, sono state ben 1.500 le famiglie che hanno iscritto i propri figli (a fine giornata erano oltre 4mila), mentre le autorità sanitarie toscane parlano di un vero e proprio boom di adesioni, con le previste 100 somministrazioni a partire dal 16 dicembre già raddoppiate. L’operazione – che sulla carta coinvolge oltre 3 milioni di bambini – da sola potrebbe bastare a far salire l’immunità di popolazione al tanto agognato (quanto inutile, viste le novità sul fronte delle varianti) 90%, ma soprattutto potrebbe contribuire a frenare l’ondata di contagi registrata nelle scuole primarie e negli asili nelle ultime settimane. Col risultato, in prospettiva, di mettere le lezioni al sicuro dalla Dad alla ripresa di gennaio, dopo la pausa natalizia. E di raffreddare la curva generale dei contagi, visto che proprio perché non vaccinati i bambini più piccoli sono diventati più facili bersagli del Covid.
Seconda mossa: l’obbligo di vaccinazione per poter lavorare nei comparti della scuola, della sicurezza e della sanità, che scatterà a partire da mercoledì. La scelta del governo, in questo caso, assomiglia più a un azzardo. Perché se è vero che tra insegnanti e medici i recalcitranti al vaccino sono ormai pochissimi, tra le forze dell’ordine si stima che i no-vax siano almeno 50mila. Un numero complicato da ammortizzare visto che proprio sui controlli a tappeto messi in campo da carabinieri, vigili e agenti si fonda la strategia del Green pass e del Super Green pass: la mancanza del personale in concomitanze delle feste potrebbe dunque rivelarsi dannoso. Ed è difficile pensare a un’adesione di massa alla campagna nei prossimi tre giorni, nonostante i numeri record delle vaccinazioni (e delle prime dosi in particolare) dell’ultima settimana.
Terzo ed ultimo tassello del puzzle: le terze dosi. Che potrebbero essere estese già nelle prossime settimane – previa pronuncia dell’Ema naturalmente – anche ai minorenni. A farne richiesta sono i presidi: «È necessaria, lo dicono tutti gli scienziati, e dovrebbe essere aperta anche alla fascia 12-18 per proteggere al meglio la popolazione scolastica». Il numero uno dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, evidenzia d’altronde che «le fasce di età più colpite ora sono quelle più giovani, sotto i 20 anni». E la minaccia della Omicron, che secondo i nuovi dati arrivati da Israele ieri potrebbe essere tenuta sotto controllo soltanto dal booster (e comunque nell’ordine di 4 volte in meno rispetto alla Delta), rende sempre più verosimile questo scenario.
L’Italia nel frattempo accelera sulle somministrazioni, puntando a 6 milioni e 300mila iniezioni dal 13 al 26 dicembre. Il Commissario per l’Emergenza, Francesco Figliuolo, ha scritto alle Regioni alzando il target: dal 13 e al 17 dicembre le somministrazioni quotidiane dovranno essere 500mila, il 18 e 19 dello stesso mese 350mila, dal 20 al 24 si arriverà a 500mila, i giorni di Natale e Santo Stefano a 300mila. Mete a cui si guarda per assottigliare il numero di italiani che non hanno alcuna copertura contro il Covid – ancora oltre i 6 milioni –, ma anche quello dei cittadini vaccinati che hanno perso la protezione.
Il tempo è poco e il Covid, per parte sua, corre: ieri il nostro Paese ha toccato un altro record di contagi giornalieri, oltre 21mila, col tasso di positività al 3,7%. Le vittime sono state 96, le terapie intensive salgono a 818 (+2) e i ricoveri ordinari a 6.539 (+56). Secondo gli esperti la tendenza al rialzo dovrebbe proseguire gradualmente almeno per altre due o tre settimane (fino a 30mila casi), mentre il picco sui ricoveri potrebbe esaurirsi a breve. Ma le previsioni, ormai siamo abituati, vanno messe alla prova della realtà. E del piano messo in campo per arginare la quarta ondata, sulla cui efficacia adesso occorre aspettare.