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Covid. Il ministero: AstraZeneca sopra i 60 anni, ma avanti con le seconde dosi

Redazione Internet giovedì 8 aprile 2021

Anche l'Italia, dopo le valutazioni dell'Ema, come altri Paesi europei restringe la fascia d'età per il vaccino anti Covid di AstraZeneca. Stamani è arrivata la circolare del ministero della Salute: "Ribadendo che il vaccino Vaxzevria (di AstraZeneca, Ndr) è approvato a partire dai 18 anni di età, sulla base delle attuali evidenze, tenuto conto del basso rischio di reazioni avverse di tipo tromboembolico a fronte della elevata mortalità da Covid-19 nelle fasce di età più avanzate, si rappresenta che è raccomandato un suo uso preferenziale nelle persone di età superiore ai 60 anni". Nel documento, firmato dal direttore generale Prevenzione Gianni Rezza, si conferma anche che, "in virtù dei dati ad oggi disponibili, chi ha già ricevuto una prima dose del vaccino Vaxzevria può completare il ciclo vaccinale col medesimo vaccino".

Locatelli (Css): i casi entro 14 giorni dalla prima dose e in persone giovani

"L'idea anche per Italia è di raccomandare l'uso preferenziale oltre i 60 anni" ha detto Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità, all'incontro di ieri sera Governo-Regioni e nella successiva conferenza stampa. Quanto ai richiami per chi, non ancora 60enne, ha già ricevuto la prima dose, "non abbiamo elementi per scoraggiare la somministrazione della seconda dose", aveva aggiunto. I casi di trombosi cerebrale rara si sono verificati infatti entro le due settimane dalla prima somministrazione.

Verrà dunque somministrato AstraZeneca alla categoria 60-79 anni: si tratta di circa 13 milioni di persone, due milioni dei quali hanno già avuto la prima dose. Una fascia d'età da immunizzare al più presto, in quanto a finire in ospedale per Covid sono soprattutto gli over 60, come ha ricordato nell'incontro con le Regioni il commissario straordinario per l'emergenza Covid e la campagna vaccinale, Francesco Paolo Figliuolo. "Al momento - ha aggiunto - non ci sono casi di trombosi dopo la seconda dose".

Locatelli ha chiarito che si tratta della "raccomandazione" di un "uso preferenziale nei soggetti oltre i 60 anni" e che, essendo l'uso del vaccino di AstraZeneca approvato per i maggiori di 18 anni, non sarà vietato somministrarlo a chi abbia meno di 60 anni.

L'Ema: la trombosi è un effetto molto raro di AstraZeneca

Il verdetto tanto atteso è arrivato ieri pomeriggio, ma non chiarisce tutto. L'Agenzia europea del farmaco (Ema) ammette che "gli eventi rari" di trombosi cerebrale denunciati in più Paesi europei "sono effetti collaterali molto rari" del vaccino anti Covid di AstraZeneca. L'Ema riconosce anche quello che le cronache avevano già registrato, ovvero che le rarissime, ma anche gravissime, trombosi cerebrali sono avvenute prevalentemente in donne sotto i 60 anni, entro le due settimane dalla prima dose. Tuttavia esclude che si possa dimostrare il nesso e dunque indicare il sesso o l'età come fattore di rischio. Peraltro, aggiunge l'Ema, "i benefici" del vaccino AstraZeneca "superano i rischi".

"L'Ema ricorda agli operatori sanitari e alle persone che ricevono il vaccino di rimanere consapevoli della possibilità che casi molto rari di coaguli di sangue combinati con bassi livelli di piastrine nel sangue si verifichino entro 2 settimane dalla vaccinazione", scrive l'Agenzia europea nella nota. "Finora, la maggior parte dei casi segnalati si è verificata in donne di età inferiore a 60 anni entro 2 settimane dalla vaccinazione. Sulla base delle prove attualmente disponibili, i fattori di rischio specifici non sono stati confermati". Per questo, ha spiegato Sabine Straus, a capo del Comitato di farmacovigilanza Prac dell'Ema, "non abbiamo ritenuto necessario raccomandare misure specifiche di restrizioni al vaccino".

Ammalarsi di Covid-19, afferma il Comitato, "è associato a un rischio di ospedalizzazione e morte. La combinazione segnalata di coaguli di sangue e piastrine basse è molto rara e i benefici complessivi del vaccino nella prevenzione di Covid-19 superano i rischi degli effetti collaterali".

Registrate 222 trombosi rare su 34 milioni di vaccinati

Al 4 aprile, era stato registrato un totale di 222 casi di coaguli del sangue su 34 milioni di persone vaccinate con AstraZeneca e il Comitato Prac dell'Ema ha esaminato 86 casi (62 di trombosi del seno venoso cerebrale e 24 di trombosi venosa dell'addome), 18 dei quali mortali.

"Una spiegazione plausibile per i rari eventi collaterali", ha detto la direttrice dell'Ema, Emer Cooke, "è una risposta immunitaria al vaccino che porta a una condizione simile a quella osservata a volte nei pazienti trattati con eparina, definita trombocitopenia indotta dall'eparina". "La vaccinazione deve continuare", ha confermato, precisando che il foglietto illustrativo del vaccino di AstraZeneca "sarà aggiornato con le nuove informazioni".

L'Ema "imporrà ad AstraZeneca robusti studi per capire di più sugli effetti di rischio" ha detto in conferenza stampa il responsabile della task force sull'analisi dei dati, Peter Arlett. L'azienda anglo-svedese dovrà fare "studi di laboratorio per cercare di comprendere meglio l'effetto dei vaccini sulla coagulazione, esaminare i dati esistenti di studi clinici ravvicinati per valutare si vi siano ulteriori informazioni sui possibili rischi e condurre anche studi epidemiologici".

Arlett ha dato un'altra notizia: "Su 4,5 milioni di dosi somministrate del vaccino di Johnson&Johnson sono stati segnalati tre casi di trombosi simili a quelle notate in AstraZeneca". Dunque l'effetto collaterale, rarissimo, potrebbe riguardare anche un altro vaccino.

I Paesi che limitano o sospendono AstraZeneca

Ieri l'Estonia ha deciso di limitare AstraZeneca ai soli ultrasessantenni e il Belgio agli over 56. In Spagna, dove è somministrato solo a persone di età inferiore ai 65 anni, ad eccezione di lavoratori considerati essenziali come sanitari o membri delle forze dell'ordine, la regione autonoma di Castiglia e Leon ha deciso oggi di sospenderlo. Francia e Finlandia (come il Canada) lo riservano agli ultra 55enni, Germania e Olanda agli ultra 60enni, la Svezia agli ultra 65enni. La Danimarca (come la Norvegia) ne ha sospeso la somministrazione.

In Gran Bretagna a chi ha meno di 30 anni verrà offerta un'alternativa ad AstraZeneca se disponibile: è quanto raccomanda il Comitato di consulenza del governo sui vaccini (Jcvi), dopo che l'ente regolatorio britannico (Mhra) ha riscontrato 79 casi di trombi nel sangue, 19 dei quali mortali, su persone vaccinate con AstraZeneca, che in tutto sono 20 milioni.​

La Corea del Sud ha annunciato che limiterà la somministrazione agli over 60. Gli Stati Uniti non hanno finora utilizzato AstraZeneca e non prevedono di farlo, in quanto dispongono di sufficienti dosi dei vaccini made in Usa.

Sulla questione è intervenuta anche l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms): un legame tra il vaccino anti Covid AstraZeneca e i coaguli di sangue, afferma, è "plausibile ma non confermato".