Covid. Draghi tira dritto: accelerare la campagna. «È una questione di salute pubblica»
Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, a sinistra, e il ministro della Salute, Roberto Speranza
«La priorità del governo è completare la campagna vaccinale nel più breve tempo possibile. Non è una questione politica ma è una questione di salute pubblica, ha a che fare con la salvezza di vite umane e con la salvezza dell’economia nazionale». Il presidente del Consiglio Mario Draghi non risponde pubblicamente alle piazze, ma da Palazzo Chigi vengono fuori parole lapidarie. L’attenzione va soprattutto a quanto sta accadendo in Inghilterra, dove è iniziata una lievissima discesa del tasso di aumento dei contagi: vuol dire, è il ragionamento, che i vaccini hanno fatto "barriera" alla variante Delta senza costringere a nuove pesanti chiusure.
Esattamente ciò che il premier vuole realizzare in Italia: proteggere le persone, non chiudere le attività economiche e consentire, a settembre, la scuola in presenza. Il green pass è un pezzo di questa strategia e va ora associato a un aumento delle dosi disponibili per le Regioni e anche a una organizzazione diversa delle somministrazioni. Perciò in settimana l’esecutivo imprimerà un’accelerazione all’utilizzo del certificato verde nei comparti non coperti dall’ultimo decreto: scuola e trasporti sicuramente, per i luoghi di lavoro forse si può aspettare ancora qualche settimana, dato che agosto è un mese a minore intensità. Sul nuovo decreto ci sarà da mediare con la maggioranza ma il premier non vuole fare nessun passo indietro rispetto al messaggio mandato giovedì scorso: vaccini o morte.
Messaggio recepito dall’opinione pubblica, visto l’incremento di vaccinazioni, ma che ancora non è stato del tutto metabolizzato da parti della maggioranza. Il leader della Lega Matteo Salvini, considerato il principale destinatario del monito del premier, si dice dispiaciuto e in un’intervista lamenta: «Sono rimasto stupito negativamente. Se aveva qualche osservazione da muovermi poteva dirmelo al telefono e non in conferenza stampa». Il leader della Lega, che venerdì si è vaccinato, insiste poi sul passaporto come complicazione di cui «avremmo fatto a meno». A blindare l’operato del premier è il segretario dem Enrico Letta, che - pur ringraziando Salvini per essersi immunizzato - attribuisce a Draghi l’effetto positivo che si sta riscontrando sulla campagna vaccinale. «Sta guidando il governo bene, sta dando le indicazioni giuste e sta soprattutto dando al nostro Paese un senso di direzione di marcia», afferma Letta.
Luigi Di Maio, ministro degli Esteri del M5s, denuncia un uso «strumentale» della parola "libertà" e invita a vaccinarsi, «proprio per riconquistare la libertà che la pandemia ci ha tolto». E anche l’atteggiamento verso la manifestazioni di ieri divide la maggioranza (e il centrodestra). Gli slogan come "truffa del Covid" e "passaporti-schiavitù" «fanno rabbrividire», la condanna dalla forzista Licia Ronzulli. Letta parla di «manifestazioni contro la libertà». Salvini, invece, resta sulle generali: «Mi sono vaccinato, ma non voglio imporre a nessuno quello che ho fatto. Sono anche per la libertà di manifestazione per chiunque, se è pacifica e democratica».
Lega e Fdi non mollano anche sul fronte più legato al divertimento (parchi giochi e discoteche) e parlano, sempre con Salvini, di «razzismo verso i giovani». Giorgia Meloni accusa: l’applicazione del pass a bar ristoranti e altre attività produttive «devasta il turismo». Infine, la scuola (e il tema ad esso strettamente legato dei trasporti) il governo, spiegano fonti ministeriali, vuole attendere di vedere i numeri reali delle vaccinazioni nel momento in cui entrerà in vigore l’obbligo del green pass, l’andamento della curva epidemiologica e la portata dell’eventuale aumento delle ospedalizzazioni.