Covid-19. Il dopo pandemia: nel Lazio il Banco alimentare contro l'emergenza sociale
Se l’emergenza sanitaria sembra - almeno per il momento - ridimensionata, l’emergenza sociale sta esplodendo ora. E chi la osserva e la vive da vicino, e si è già mobilitato per contrastarla, è il volontariato. Ad Aprilia, ad esempio, c’è il magazzino del Banco Alimentare del Lazio, realtà non profit che raccoglie derrate alimentari e le distribuisce in tutta la regione, attraverso associazioni di volontariato, Caritas parrocchiali e diocesane, mense e così via: un arcipelago di organizzazioni laiche, cattoliche e protestanti che si occupano di povertà. In questo modo nel 2019 ha distribuito circa 3.500 tonnellate di cibo a 75mila persone, attraverso 400 enti non profit.
Ora la situazione è cambiata: in soli quattro mesi, cioè da gennaio ad aprile, sono già state distribuite 1.800 tonnellate di cibo. «Al Banco arriva un 40% di richieste in più, rispetto al 2.019 - spiega Giuliano Visconti, presidente del Banco Alimentare Lazio - cui si aggiungono le 36mila persone che fanno capo ai Centri operativi di Coordinamento gestiti dai Comuni», un anello di collegamento tra Prefettura, Comune e Terzo settore che si attivano per le emergenze.
L’esperienza è ora raccontata in un video di stretta attualità: si intitola “Dal banco alle persone. Storie e strade della solidarietà in emergenza”, girato da Francesco Paolucci per CSV Lazio e si può vedere sul canale YouTube di CSV Lazio https://youtu.be/4miNOj744m0 . Il video racconta una giornata nel magazzino di Aprilia, dove vengono raccolti gli aiuti alimentari; le testimonianze di alcuni dei 50 volontari che in esso si alternano (una decina al giorno) e quelle delle associazioni che distribuiscono il cibo ai poveri; le nuove forme di povertà causate dall’emergenza Coronavirus.
«L’esperienza del Banco Alimentare, che raccontiamo in questo video», conclude Paola Capoleva, presidente CSV Lazio, «conferma ancora una volta l’importanza del volontariato che, grazie al suo radicamento nel territorio e alla vicinanza che potremmo definire “fisica” alle persone e alle famiglie, non solo coglie i bisogni, ma mette in campo velocemente risposte. E che facendo questo non solo aiuta chi si trova in difficoltà, ma contribuisce a costruire coesione sociale in una situazione sottoposta a rischi di disgregazione sempre più forti, man mano che crescono povertà e disuguaglianze».