L'agenda. Dai dazi ai migranti, tutti i vertici a cui l'Italia non può mancare
Al Consiglio europeo di fine giugno saranno affrontati temi cruciali per l'Europa
Tre mesi senza governo e la scela di dare l'incarico a Carlo Cottarelli per superare l'impasse di un esecutivo Lega-M5S che non ha convinto il capo dello Stato Sergio Mattarella per i rischi di una deriva anti-euro. Sono molti gli appuntamenti internazionali ai quali l'Italia deve far fronte nell'immediato e farlo senza un governo sarebbe rischioso.
La Libia Il primo scoglio è già domani a Parigi con la conferenza internazionale sulla Libia che il presidente francese Macron ha voluto nel pieno della crisi italiana. Per chiedere un'accelerazione verso le elezioni a Tripoli. Iniziativa in cui l'Italia - per anni considerata come referente dell'attività diplomatica sulla Libia - è stata di fatto scavalcata.
Il G7 Il vertice è stato preparato dal governo Gentiloni, ma toccherà al nuovo premier doversi presentare al summit dei 7 Grandi l'8 e il 9 giugno in Canada accanto a Trump, Macron, May, Merkel, Shinzo Abe. A surriscaldare il clima ci sarà la questione dei dazi. Il nuovo ultimatum americano su acciaio e alluminio scade il primo giugno. E Trump ha minacciato barriere anche sul settore auto.
Il Consiglio europeo Il 28 e il 29 giugno a Bruxelles saranno in agenda sia temi politici che economici. Si decide su diritto d'asilo e regolamento di Dublino. C'è il rischio di un compromesso al ribasso, imposto dal gruppo di Visegrad. Una soluzione che danneggerebbe Roma per anni. Insidioso anche il banco di prova economico: c'è il bilancio 2021-2027 da negoziare, decisive anche le trattative su unione bancaria e riforma dell'euro, con i tedeschi che si oppongono a una condivisione dei rischi. E la trasformazione del fondo salva-Stati in un Fondo monetario europeo.
Il summit Nato È la scadenza più lontana, quella dell'11 e 12 luglio a Bruxelles. Come nei grandi appuntamenti internazionali precedenti, ci saranno due temi caldissimi: i rapporti con la Russia e quelli con l'Iran. Con le discussioni già in corso sulle sanzioni a Mosca e quelle a Teheran. Con la Francia che già sta trattando da sola per proteggere Renault e Total.