L'intervista. «Così a Perugia è arrivato il Fentanyl»
Crescono le iniziative per prevenire l'eventuale diffusione di Fentanyl in Italia
«Quello che ci preoccupa è se quel campione di eroina nel quale abbiamo trovato il Fentanyl ha avuto “compagni di pallina”. Temevamo che in giro ce ne fossero almeno una ventina, perché chi ha fatto quel taglio ne avrà fatti tanti, e invece non ci sono state altre segnalazioni». A raccontare è Andrea Albino, responsabile dei servizi di riduzione del danno dell’Unità di strada di Perugia, gestito dalla cooperativa Borgorete per conto dell’Usl 1 dell’Umbria. E qui che il 29 marzo un consumato ha portato la dose che gli aveva provocato una reazione inaspettata. Lo abbiamo contattato grazie a “Lavialibera”, il bimestrale di Libera e del Gruppo Abele che alla vicenda ha dedicato un importante approfondimento.
La persona che è venuta da voi come si era accorta?
L’aveva “assaggiata” e ci ha detto “mi ha steso subito”, cosa che un consumatore capisce bene.
Ma era eroina da fumare?
No, la iniettava. È venuta, come faceva periodicamente, a fare lo scambio di siringhe e materiale sterile e ci ha raccontato. Ma non sapeva se l’aveva “steso” perché era più forte o perché c’era qualcosa in più. L’abbiamo analizzata subito e poi ha acconsentito a farla portare in laboratorio.
La notizia cosa ha provocato tra i consumatori?
C’è dibattito, curiosità, voglia di sapere, di avere più informazioni. Ci sono anche quelli che vengono dicendo “voglio sapere chi ce l’ha perché lo voglio provare”.
Paura?
Anche paura ma tra le persone che lo fanno in modo un po’ più colto, non tra quelle che la mattina il primo pensiero che hanno è “non so come trovare qualcosa perché sono in astinenza”.
Pur sapendo degli effetti che provoca il Fentanyl?
Però c’è sempre un’informazione di piazza che è distortissima. E c’è chi legge solo che è più forte dell’eroina. Persone di più di 40 anni che dicono “finalmente trovo qualcosa che mi sconvolge”. Pochi ma ci sono.
Ma la notizia dell’arrivo del Fentanyl ha sorpreso?
I soliti che approfittano dell’onda e vogliono raccontare che lo sapevano prima. Ma sono solo voci da sala d’attesa del Sert poco reali.
La dose poteva venire da fuori Perugia?
No. Quando la persona acconsente, cerchiamo di tracciare la provenienza. Lui l’aveva presa in piazza a Perugia come faceva sempre.
Se ci sono altre “palline” perché non hanno avuto lo stesso effetto?
È strano perché c’era comunque il doppio di eroina di quello a cui si è abituati in piazza e in più il Fentanyl. Però per ora non si è trovato nulla nei tracciamenti della Regione, nei pronto soccorsi, nel 118, nei controlli delle Forze dell’ordine che stanno cercando di sollevare questo tappeto.
Quindi il Fentanyl si inietta? Non solo, alcuni lo mettono oltre che nell’eroina anche nella cocaina. Ne basta poco perché l’intenzione di chi lo mette sul mercato è di accalappiare e rendere dipendenti diverse persone, con una sostanza che gli costa meno.
Quanto è forte a Perugia il consumo di eroina? È forte e lo è sempre stato. Come nel resto d’Italia è un po’ calato il consumo di quella che viene iniettata. Le narcomafie hanno voluto accalappiare un target più giovane promuovenre do l’eroina fumata. Così anche qui ci sono giovani che hanno cominciato in gruppo fumandola con le “stagnole” o le pipette. Ma c’è un uso di mix molto più frequente. Il consumatore medio di oggi, 30-40 anni, non consuma solo eroina, alcol e canne. Ma anche coca e psicofarmaci. Ed è cambiato lo stile di vita. Non c’è più il consumatore di eroina che vive la marginalità della società. Ma anche chi la usa per abbassare l’effetto degli eccitanti e stimolanti. E’ un effetto ricercato non più dal disagiato, depresso, problematico ma è un piacere. Se ne parla di meno, si è tenuta un po’ sotto controllo la mortalità, ma il consumo non è sceso.
Però morti per overdose ce ne sono ancora molti. Nei periodi peggiori avevamo più di 40 morti all’anno. A Perugia vengono “viaggiatori” a comprare da molte zone del centro Italia. E alle narcomafie conviene avere qui un mercato 24 ore su 24 di una sostanza migliore di altre aree. Ora i morti sono molti di meno. Dal 2017 a oggi ne abbiamo avuti 50 ma sono più di Milano e Torino.
Cosa vi preoccupa di più?
Il crack. È un consumo mastodontico e distruttivo in pochissimo tempo. Ed è ancora più sommerso. Si dice “non ne parliamo se no viene voglia”. Lo usano tanti giovanissimi immigrati, usciti dai circuiti dell’accoglienza. Tra gli italiani anche adulti. E anche adulti stranieri, che hanno fallito il percorso di integrazione. Per il Fentanyl invece finalmente negli ultimi sei mesi ho visto attuare una politica di educazione e prevenzione. Per prepararsi a gestirlo se arriva.